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Giulietta, Romeo e le tenebre

Regia di Jirí Weiss vedi scheda film

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La recensione su Giulietta, Romeo e le tenebre

di articolotre
8 stelle

-- -- Un bel film che nessuno ha visto -- --

 

• Recupero tra confusi ricordi titoli di film visti una vita fa e mi torna in mente con piacere "Giulietta, Romeo e le tenebre". Lo cerco su FilmTv: c'è solo il titolo, niente locandina, non una parola di presentazione, nessun voto nel tondino, nessuna recensione. Naviga nel vuoto solo la traccia di un voto, positivo, di Marcello Del Campo. Eh no! Recupero il film (si trova il dvd a prezzi normali) e me lo rivedo.

 

• La storia è molto semplice: siamo nella Cecoslovacchia occupata dai tedeschi, in piena persecuzione degli ebrei. Uno studente ventenne incontra una ragazza ebrea, arrivata in ritardo all'appuntamento con una famiglia amica che è appena scappata via. Perché non si faccia scoprire e ammazzare le trova rifugio nella stanzetta in soffitta dove lui sviluppa le foto, senza che la madre e il nonno con cui vive lo sappiano. Per gli sviluppi della storia basta vedere il film, lo merita.

 

• All'epoca, romantico e ingenuotto, mi era piaciuto proprio per la storia fra i due, non del tutto scontata. Oggi noto con piacere che nel film c'è molto altro. Anzitutto un'attenta realistica osservazione delle reazioni che i vari personaggi hanno rispetto alla caccia all'ebreo in corso. Sul piano privato c'è anzitutto la paura, infatti venivano fucilati sia coloro che davano rifugio sia coloro che sapevano e non denunciavano. E poi, più che la volontà di denunciare, quella di allontanare a tutti i costi l'elemento che costituiva un rischio.

In questo, attori pressoché sconosciuti ci sorprendono interpretando al meglio le varie parti: fra tutte quella della madre disposta a tutto pur di salvare il figlio, del nonno che in qualche misura lo capisce, e quelle dell'amico, dell'amante dell'ufficiale tedesco, dei vari vicini.

 

• In più c'è una riflessione sulla società cecoslovacca dell'epoca nel suo insieme. I convogli di mezzi corazzati che svariano lungo viali completamente deserti e il silenzio di tutti quando qualcuno viene portato via indicano una società che non ha la forza per opporsi e reagire. Ma d'altra parte il biondo ariano che aiuta la famiglia ebrea in partenza, il severo professore che raccoglie per primo i quaderni e la squadra caduti allo studente prelevato, il silenzio dei vicini che più o meno sanno o sospettano, fanno pensare a una società che il desiderio di non rendersi complice e reagire lo sta covando.

 

- Inspiegabile che il film non si chiuda con la sequenza sul portone, e relativa rumoristica, per aggiungergli un inutile minuto di ripetizione della stesa identica scena d'inizio del film.

- Peccato che l'interprete della protagonista femminile non abbia saputo animare e rendere varie e vivaci le sue tre o quattro espressioni stereotipate sempre uguali.

- A dieci anni dall'uscita del film, nella Cecoslovacchia in cui i carri armati sovietici sono corsi a spegnere la Primavera di Praga, lo studente ventenne Jan Palach si darà fuoco in mezzo a piazza San Venceslao.

 

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