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La classe de neige

Regia di Claude Miller vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su La classe de neige

di alan smithee
6 stelle

La paura, l'ansia dei genitori che si traduce spesso nel disagio di affrontare un'età difficile come il periodo dell'infanzia, quello della scoperta di sé stessi e delle sfide della crescita, dei pregiudizi del branco sempre disposto a classificare e scartare chi non si attiene alle regole e chi appare indifeso e arrendevole.

Claude Miller, fine indagatore dei misteri interiori dell'anima nelle varie fasi dell'esistenza, nonché acuto indagatore delle pulsioni che fanno parte di un istinto di sopravvivenza insito nella natura umana, questa volta, sempre con minuzia ed un punto di malizia, si spinge ad indagare il mondo interiore di un ragazzino di nome Nicolas, introverso, figlio decenne e maggiore di una coppia già piuttosto anziana che risulta afflitta dai mille timori, riversati automaticamente su ogni aspetto ed organizzazione della vita del ragazzo.

In partenza per la settimana bianca con la scuola, il ragazzo subisce già inizialmente “l'umiliazione” di non partecipare al viaggio in pullman come tutti gli altri, perché i genitori, preoccupati del maltempo e delle strade difficilmente percorribili, scelgono di accompagnarlo di persona alla dimora invernale.

Già il viaggio, silenzioso e soporifero, accende nel ragazzo tutta una fantasia ed un mondo di storie cupe e fosche, che prevedono, tra l'altro, un grave incidente stradale con la morte atroce da parte del padre, severo e poco comprensivo.

Poi giunto nell'ostello, il ragazzo dovrà confrontarsi, rimanendo spesso isolato, con un mondo ridanciano e spensierato, prepotente e spesso crudele delle compagnie goliardiche di coetanei che, ilari e entusiasmati dalla situazione di semi libertà, danno sfogo ai giochi e alle dimostrazioni più turpi di quanto la razza umana possa essere crudele gratuitamente contro se stessa.

Il fatto di essere ossessionato dal pericolo di farsi talvolta ancora la pipì nel letto, e ancor più demoralizzato per aver dimenticato la valigia coi vestiti nella macchina paterna, e per questo costretto ad elemosinare pigiama ed altri indumenti intimi dai compagni, Nicolas troverà rifugio quasi unicamente nel mondo oscuro della propria immaginazione, fatta di storie cupe e senza lieto fine, come una crudele infinita cronaca nera sviluppata in un mondo parallelo. 

Fino a far sì che lo spettatore si confonda tra ciò che succede realmente e ciò in cui sconfina la macabra realistica fantasia del ragazzino, solo e scalzo tra la tormenta, chiuso fuori della baita durante una nevicata epocale e in serio pericolo di vita tra le asperità di una natura che non perdona né concede scorciatoie per la salvezza.

Per fortuna l'accortezza di una istitutrice e di un gioviale animatore, nonché la complicità sincera e a volte maliziosa con un coetaneo in qualche modo attratto dalla disarmante timidezza del bambino, riusciranno a rasserenare, almeno in parte, l'animo incupito e devastato da presagi di morte di questo sensibile e introverso ragazzino.

Tratto dall'omonimo romanzo di Emmanuel Carrère e presentato in Concorso al Festival di Cannes nel 1998 dove si aggiudicò a sorpresa il Premio della Giuria, La classe de neige è un film complesso e a tratti disturbante, enigmatico e forse proprio per questo parzialmente irrisolto, ma di fatto affascinante, che pone lo spettatore sempre in una situazione di tesa aspettativa, concentrato com'è a discernere la crudezza degli eventi di cui sono zeppi i sogni ad occhi aperti di Nicolas, dalle reali e spesso drammatiche vicissitudini del vivere reale.

 

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