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Murderball

Regia di Henry Alex Rubin, Dana Adam Shapiro vedi scheda film

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La recensione su Murderball

di OGM
8 stelle

Essere tetraplegici e campioni di rugby. Trasformare la propria sedia a rotelle in una vera macchina da combattimento, e scendere in campo con una grande volontà di vincere. Questo documentario, candidato all’Oscar nel 2006, è la testimonianza di come il cosiddetto handicap possa diventare il punto di partenza di una sfida, che include la possibilità di usare il corpo come una fonte di forza, prontezza, abilità strategica, come avviene per ogni sportivo normale. Cambiano le regole del gioco e le condizioni logistiche, ma lo spirito è quello atavico della competizione che esalta la mascolinità e culmina nell’ebbrezza della vittoria. Non importa se, per arrivarci, occorre ricominciare daccapo, impostando la propria vita su presupposti completamente nuovi. Riprendere il cammino, dopo un incidente o una malattia, può significare rinascere, imboccando una strada ignota, che, però, può portare a traguardi inattesi. La mortificazione può indicare la via verso un tipo di orgoglio sino ad allora sconosciuto, esattamente come il dolore apre gli occhi sui valori trascurati dell’esistenza umana. I componenti della formazione paralimpica americana di quad rugby ci raccontano le loro personali storie del poi, di ciò che è successo dal drammatico momento in cui il loro fisico, da un giorno all’altro, ha subito modificazioni radicali e permanenti. I loro percorsi sono stati faticosi, ma improntati all’impegno di essere uomini interi, benché diversi. La loro riabilitazione è solo l’antefatto di un allenamento, ed è come se i loro muscoli fossero stati potenziati, nello stesso tempo, sia per potersi slacciare le scarpe o mangiare una pizza, sia per sconfiggere la squadra avversaria. I protagonisti di questo film sono eroi senza pathos né retorica, ma pieni di quell’energia che accompagna lo sforzo agonistico ed esplode nell’entusiasmo o nella delusione alla fine di ogni gara. Murderball è un racconto carico di adrenalina, che, attraverso le dimostrazioni pratiche offerte dai suoi protagonisti, ci convince davvero che quel gioco, inventato in Canada diversi anni orsono, è proprio duro e cattivo, e per certi versi, “assassino”, come suggerito dal nome. Nel mondo di chi lo pratica, non c’è spazio per la compassione altrui, e, soprattutto, è bandita categoricamente ogni forma di indulgenza verso se stessi.

Primo film (co)diretto da Dana Adam Shapiro, che è anche autore dell'inchiesta giornalistica su cui esso è basato.

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