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Always - Per sempre

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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Roberto T.

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Always - Per sempre

di Roberto T.
8 stelle

Un remake che è quasi una summa di buona parte della filmografia spielberghiana.

Se è vero che tutti i grandi registi (da Bergman a Fellini) in qualche modo rifanno sempre lo stesso film questo Always - Per sempre (1989) ne costituirebbe la riprova in merito a Steven Spielberg. Dentro infatti ci sono tutti i pilastri e i motivi ricorrenti nella filmografia dell'indiscusso proseguitore della Hollywood tradition, nel caso specifico omaggiata tramite il remake di Joe il pilota (A guy named Joe), partendo da una sceneggiatura di Dalton Trumbo della fine degli anni '40 rielaborata da Jerry Belson, che con Spielberg aveva già collaborato (non accreditato) alla stesura di Incontri ravvicinati del terzo tipo. Tutto ruota intorno a un Richard Dreyfuss (Incontri ravvicinati del terzo tipo, per l'appunto) spengitore d'incendi che ben presto passa a miglior vita, trovandosi di fronte a problematiche inaspettate...

Spielberg allo stato puro, con i pregi e i difetti che questo comporta, non ultimo un sentimentalismo così sfacciatamente mieloso che a molti può risultare fastidioso. Ma le emozioni, e la loro ‘manipolazione’, sono parte integrante dell’esperienza cinema e da sempre sono uno dei motori principali in tutti i film di Spielberg. Questo è costellato di riferimenti e richiami a suoi film precedenti: l’aereo che vola nel cielo stellato riporta alla mente la bicicletta che passa davanti alla luna piena in E.T. L’extra-terrestre, le nuvole che si aprono sono sorelle di quelle dei Predatori dell’arca perduta, il sentimentalismo strabordante è fratello di quello di Il colore viola (le passeggiate nei campi che lì erano di fiori e qui sono di grano maturo), gli aerei che qui hanno ruolo così primario nell’economia del racconto riflettono la fascinazione per gli aerei del giovane protagonista di L’impero del sole e la strada che si perde all’orizzonte verso cui si incammina il protagonista alla fine è chiaramente un richiamo a Incontri ravvicinati del terzo tipo. Infine c’è il tema della separazione e dell’addio, come in E.T.).

Cast eccellente, oltre a Holly Hunter c’è da segnalare che questo film è l’ultima apparizione di Audrey Hepburn sullo schermo. Realizzazione eccellente con menzione speciale allo straordinario lavoro fatto dal direttore della fotografia Mikael Solomon, che già si era fatto notare per The Abyss di James Cameron.  

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