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Fatti di gente perbene

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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La recensione su Fatti di gente perbene

di alan smithee
6 stelle
"Sopporterei meglio la vita se sperassi un giorno di conoscere la verità"
L'attenzione quasi morbosa per un fratello nei riguardi dell'amata sorella, sposata con un marito volgare e violento da cui viveva separata fino al giorno della riconciliazione, portata avanti per amore dei figli ancora bambini, induceil primo a progettare e poi attuare l'omicidio dell'odiato cognato, convinto che il suo restare in vita avrebbe portato alla morte dell'adorata sorella.
Si tratta del "Delitto Murri", che sconvolse Bologna nel 1902 e divenne il caso giornalistico di quegli anni per i colpi di scena e le implicazioni anche morbose di persone che ne risultarono coinvolte: tutta gente perbene, dell'alta società a partire dalla famiglia del noto professor Murri, personaggio di spicco della Bologna-bene.
Ne scaturiranno segreti inconfessabili, trame oscure, forzature a far si che il colpevole, indicato nei fatti come l'avvocato Tullio Amurri, si costituisca dichiarando di aver ucciso per legittima difesa.
Dietro il delitto amori segreti, passioni anche incestuose, crudeltà mentali di un altra unione portata avanti per questioni del tutto estranee al cuore e al sentimento.
Perderanno tutti dinanzi alla grinta del giudice Stanzani, che si farà carico di indagini sempre più concitate che spingeranno ad andare forse anche oltre la verità intrinseca dei fatti già di per sé piuttosto sconvolgenti.
Mauro Bolognini si fa carico di coordinare un film assai ben ricostruito a partire dai dettagli del contesto storico, forte di un cast internazionale di massimo livello, in cui primeggiano Giancarlo Giannini, Catherine Deneuve, Fernando Rey, Tina Aumont, Ettore Manni, Paolo Bonacelli, Laura Betti, Corrado Pani, ed un ottimo Marcel Bozzuffi, nei panni dell'inarrestabile giudice Stanzani.
La sceneggiatura, a cura di Sergio Bazzini, un pò statica e meccanica nella ricostruzione dei fatti, cede un po', soprattutto nel finale sin troppo plateale del processo, verso una certa melodrammaticità smodata e poco realistica, che mette in bocca ai personaggi frasi altisonanti nell'auto arringa di difesa di un processo un pò troppo sopra le righe; ma il film si avvale di una lodevole confezione che lo annovera come un prodotto impeccabile di un autore stimato ed affidabile come è stato Bolognini in quasi ogni occasione della sua lunga carriera di regista.
 
 
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