Regia di Nuri Bilge Ceylan vedi scheda film
Lungometraggio d'esordio per l'acclamato regista turco Nuri Bilge Ceylan. Stupende le immagini b/n, profonde e ben catturate le tematiche, nullo il ritmo.
“Kasaba”, vocabolo turco che vuol dire cittadina, paese, è il lungometraggio d'esordio del fotografo Nuri Bilge Ceylan, autore che si è dato poi a conoscere in anni più recenti grazie ai premi vinti a Cannes. È il ritratto di una società immobile, statica e nella quale, in ultima analisi, è l'egoismo a farla da padrone. Il tutto portato in scena in maniera molto teatrale, con in pratica tre atti più un epilogo rappresentanti le quattro stagioni dell'anno (e della vita). Il primo di questi atti, quello che va in scena in inverno, a scuola, è forse il più riuscito, con il tedioso testo su società, nazione e doveri letto ad alta voce in classe mentre le immagini (e lo sguardo del maestro) indugiano, fuori dalla finestra, su un tipo di vita che tutto è fuorché sociale. Bella e significativa, sebbene un po' prolissa, anche la scena estiva, all'ombra di un falò, con una sorta di confronto verbale tra i vari membri della famiglia che non è però una vera conversazione visto che ciascuno si limita a rimanere arroccato sulla propria posizione ignorando per completo gli altrui argomenti. Un po' al pari delle altre opere di Bilge Ceylan, soprattutto delle prime (“Mayis Sikintisi”, “Uzak”...) stupenda la fotografia (b/n in questo caso), profonde le tematiche, nullo il ritmo.
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