Regia di Jacques Maillot vedi scheda film
Sei personaggi, sei amici, sei destini che si incrociano...ognuno in cerca di un piccolo spazio dove inventarsi un cammino fragile e personale. Ma dopo aver visto “Le nostre vite felici” di Jacques Maillot (due ore e mezza di un film esageratamente prolisso e dalla regia inesistente!) si rimane freddi testimoni di queste esistenze di una piccola umanità in lotta per la sopravvivenza. Elogio del minimalismo spinto all’ennesimo giro ( e che si vorrebbe far mascherare da istantanee di vita reale e vissuta), il film si risolve in un astrattismo e pessimismo cosmico che ci rifiutiamo di credere abbia realmente a che fare con le vite di chi, mai piangendosi addosso o elemosinando pietà, cerca di tracciare dignitosamente il proprio percorso di vita. Ma le storie di Julie (Marie Payen) che esce dall’ospedale dopo un tentato suicidio e sentimentalmente fragile, di Ali (Sami Bouajila) marocchino alle prese con problemi di permesso di soggiorno, di Lucas (Jean-Michel Portal) in cerca di una sua identità sessuale o di Cecile (Cecile Richard) sensibile fotografa con irrisolti legami edipici se nelle intenzioni del regista Maillot dovevano far scattare un naturale sentimento d’identificazione alla fine, invece, diventano l’impietoso e “lontano” ritratto di un’umanità umiliata e falsamente comune le cui vicissitudini e lotte quotidiane mai ci coinvolgono lasciandoci invece con l’amaro sospetto di aver assistito all’ennesimo e pretenzioso film autorale ( e spocchiosamente francese!) che si parla pesantemente addosso.
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