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Ophélia

Regia di Claude Chabrol vedi scheda film

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La recensione su Ophélia

di mm40
6 stelle

Stranamente questo titolo di Chabrol - uno dei suoi film più intensi e psicologicamente raffinati - non è granchè noto; la rilettura dell'Amleto in chiave attuale è solo un pretesto per affrontare la moderna follia della borghesia benestante. L'amore per il teatro - e più in generale per la messa in scena, quindi anche per il cinema stesso, come suggerisce esplicitamente la scena in cui Yvan gira e proietta un filmino casalingo per suscitare i rimorsi dei presunti colpevoli - è infatti talmente palese da non meritare neppure ulteriori sottolineature; il testo di Shakespeare è d'altronde soltanto una base di lavoro su cui la sceneggiatura firmata da Martial Matthieu, Paul Gegauff e Chabrol spazia abilmente e senza limiti, slegata da personaggi ed eventi del dramma originale. L'atteggiamento intellettuale ad oltranza adottato inconsciamente da Yvan - derivato dalla sua condizione sociale - sarà la sua stessa dannazione: il finale lo vede superficialmente trionfatore (il suo 'nemico' muore, la bella Ofelia lo ama), ma lo spettatore è cosciente del fallimento totale dell'impresa assurda - o, meglio: malvagia e folle, aggettivi con cui lo stesso Yvan ripetutamente etichetta l'umanità che lo circonda - del ragazzo: ha perso un secondo padre e si ritrova accanto una compagna di delirii. Tutto gli si ritorce contro, ma nella sua proiezione mentale, in un certo senso, lui è uscito vincitore dalla vicenda. Mentre l'amico che ignora Shakespeare, in tutto questo, neppure si è mai posto alcun problema: forse non sarebbe stato meglio così? Alida Valli è il nome di punta in cartellone, bel bianco e nero di Jean e Jacques Rabier che evidenzia le tinte ombrose della trama. 7,5/10.

Sulla trama

Yvan, ragazzo inquieto, perde il padre; la madre si risposa poco dopo con lo zio. E Yvan è sempre più convinto di trovarsi dentro l'Amleto scespiriano: comincia così a rendere invivibile la vita a chiunque abbia intorno, compresa la bella Lucie, che immediatamente viene soprannominata Ofelia.

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