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Un altro domani

Regia di Silvio Soldini, Cristiana Mainardi vedi scheda film

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La recensione su Un altro domani

di barabbovich
6 stelle

Donne maltrattate, picchiate, stuprate, pedinate, financo costrette a subire l'assassinio dei loro figli per vendetta. È su questo panorama che si innesta il film diretto da Silvio Soldini e progettato con Cristiana Mainardi sull'attualissimo (ma quando non lo è stato?) tema della violenza di genere. Il regista lombardo, la cui frequentazione con i documentari si è infittita da alcuni anni, impagina le tante interviste non lasciando alcuno spazio a ogni minima tentazione di estrosità del montaggio. Il succo del film sta tutto nelle testimonianze non solo delle vittime, ma anche delle figlie delle vittime stesse, degli operatori (psichiatri, assistenti sociali, giuristi, responsabili di associazioni di assistenza alle donne, forze dell'ordine) e, soprattutto, di chi quei soprusi li ha agiti. Ne emerge una sorta di storia collettiva che è figlia di una cultura che fino all'altroieri - ossia il 1981, quando è stato abolito il delitto d'onore nel nostro Paese - dava pochissime tutele alle donne. Le quali oggi, al netto di ciò che faranno i fascisti di governo, possono contare su qualche piccolo progresso in campo giuridico, come l'istituzione dello strumento dell'ammonimento o quella del Protocollo Zeus, che sembra stia drasticamente riducendo il numero di casi di aggressioni sui quali i media continuano comunque a speculare, producendo un folle messaggio di normalizzazione della violenza. Al di là dello stile senza il minimo sussulto, un'operazione meritoria come questa avrebbe richiesto un allargamento dell'orizzonte sociopsicologico, che non entra mai nelle dinamiche dei rapporti. Ne emerge così un quadro piuttosto manicheo, che va a vellicare quella polarizzazione che è diventata ormai un tratto ineliminabile di qualsiasi dibattito pubblico.

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