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Matriarch

Regia di Ben Steiner vedi scheda film

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La recensione su Matriarch

di undying
7 stelle

Estensione del cortometraggio "Urn" (2018), diretto con buoni risultati dall'ispirato Ben Steiner, regista al secondo importante lavoro dopo "Monsterland 2" (2019). Un film suggestivo e visionario, interpretato da due splendide antagoniste: Kate Dickie e Jemima Rooper.

 

locandina

Matriarch (2022): locandina

 

Laura (Jemima Rooper) conduce una vita solitaria, immersa nel lavoro presso un'agenzia pubblicitaria. Per via di un carattere riservato, ha pochissimi amici. Una di loro, sempre subordinata però a un rapporto di collaborazione, è la collega Maxine (Franc Ashman). Laura evita da tempo la vita sociale, isolata nel suo appartamento, facendo uso di alcolici e cocaina. Una notte, dopo aver trascorso la serata con Katrin, una sua ex amante, finisce per abusare delle sostanze stupefacenti. Al mattino, prima di perdere i sensi, inizia ad essere preda di strane allucinazioni: le sembra di notare un liquido nero che, scorrendo verso di lei, entra nella bocca; quindi osserva due mani, fuoriuscite dall'oscurità per afferrarla. Nonostante il rischio di una overdose, che avrebbe potuto rivelarsi mortale, Laura sopravvive all'esperienza tornando a lavorare il giorno dopo. Maxine, conoscendo lo stato di dipendenza dalla cocaina della sua collega, tenta di darle conforto, ma Laura reagisce in maniera inattesa, rifiutando il suo aiuto ed abbandonando definitivamente il lavoro. Una scelta dovuta, in realtà, ad un'altra causa: Laura ha ricevuto una telefonata dalla madre Celia (Kate Dickie), con la quale, da oltre vent'anni, non ha più avuto contatti. Decide quindi di farle visita, recandosi presso la sua città natale...

 

Jemima Rooper

Matriarch (2022): Jemima Rooper

 

Dopo aver diretto alcuni cortometraggi molto apprezzati (in particolare The Stomach, 2014), Ben Steiner esordisce in regia con  Monsterland 2 (2019), quindi mette mano a questo interessante titolo, realizzato con difficoltà di lavorazione e tempi prolungati a causa del Covid. Steiner recupera in parte l'idea alla base del precedente Urn (2018) e scrive una sceneggiatura originale e imprevedibile, limitata solo da un finale surreale, quasi lovecraftiano. Matriarch propone, sottoforma di metafora horror, diversi temi esistenziali: la famiglia disgregata (ad esempio il padre di Laura si è ucciso appena nata); la dipendenza (sia per Laura, dalle droghe, che per gli abitanti del villaggio, pronti a nutrirsi al seno della "matriarca"); l'omosessualità (la protagonista ama persone del suo stesso sesso); la religione. Splendidamente fotografato da Alan C. McLaughlin, sinistramente musicato con le tetre sonorità di Suvi-Eeva Äikäs e magistralmente interpretato dalla coppia antagonista - rispettivamente madre e figlia -, Kate Dickie e Jemima Rooper, Matriarch è destinato a un target adulto (non per caso, Laura è una donna di mezza età), quindi molto lontano dalla media di opere appartenenti al genere, in maggior misura riservate a un pubblico di adolescenti. Non mancano, limitate alla terza parte del lungometraggio (l'ultima mezz'ora), scene granguignolesche e raccapriccianti, nonché disgustosi effetti (via di mezzo tra CGI e animatronica) con presenza di una creatura mostruosa, che rende conto del titolo di lavorazione ("Wormeater"), ma la parte più coinvolgente del film sta nella lenta, progressiva, direzione irrazionale assunta senza alcun preavviso dalla storia, molto ben introdotta dai primi due atti, contraddistinti da un clima di forte contrasto generazionale. Laura resta sorpresa dal fatto che la madre, quasi ottantenne, dimostri vent'anni di meno: la spiegazione del perché, lascia certamente perplessi ma, al tempo stesso, soddisfa in pieno il fascino "weird" che ogni buon film fantastico dovrebbe possedere. Un horror intrigante e suggestivo, che resta impresso grazie alla professionalità del cast coinvolto da Steiner e per alcune sequenze visionarie, circoscritte alla fase finale, in grado di precipitare lo spettatore in un vero e proprio incubo ad occhi aperti.

 

scena

Matriarch (2022): scena

 

"Avevo sempre pensato che la maternità fosse qualcosa di innato, un legame immediato alla nascita del figlio, mentre la paternità fosse più razionale. Ma parlando con amiche, mi hanno fatto notare che pure questo è un nostro pregiudizio maschile."

(Hirokazu Kore'eda)

 

Trailer

 

F.P. 02/11/2022 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 85'17") / Date del rilascio: USA, Australia, Canada, Francia, Nuova Zelanda, Polonia e Svezia, 21/10/2022; Regno Unito, 22/10/2022; Argentina, 11/11/2022; Germania, 25/11/2022

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