Regia di Shinzô Katayama vedi scheda film
UDINE FAR EAST FILM FESTIVAL 24
La scomparsa di un padre disoccupato, ladruncolo e ubriacone getta nel panico l'adolescente Kaede , che con l'aiuto di un'insegnante e di un compagno di scuola suo spasimante si mette a cercarlo, distribuendo ed affiggendo volantini e sollecitando invano l'aiuto della polizia, che però la invita a chiedersi “ti sei chiesta chi stai cercando?”, soprattutto dopo l'arrivo di un SMS dal numero di telefono del padre con la preghiera di non essere cercato. Durante le sue ricerche la ragazza scopre però con costernazione che c'è un fuggitivo ricercato dalla polizia che avrebbe assunto l'identità di suo padre, il nome Satoshi Harada e lo sostituirebbe anche sul posto di lavoro. Con l'aiuto dell'aspirante fidanzato cerca di sbrogliare questo nuovo mistero, prendendo un traghetto verso un'isoletta.
Da qui in avanti una serie di flashback porta la storia a svolte del tutto inattese, tra serial killer e sadismi necrofili, tentati suicidi e omicidi pietosi di malati incurabili come forma di eutanasia, comunità online di stanchi della vita che diventano terreno di caccia ideale di chi si eccita ad uccidere e sfruttando debolezze e depressioni potrà pure ammantarsi di essere motivato da un falso altruismo, presentando gli omicidi come una “liberazione” delle proprie vittime dalle sofferenze e dal mal di vivere.
Il regista e sceneggiatore Katayama Shinzo confeziona quello che parte come un thriller apparentemente tradizionale, ma si addentra man mano in un'oscurità sempre più sgradevole e malsana, sviando e frustrando le aspettative iniziali del pubblico, soprattutto sulla effettiva natura dei rapporti tra papà Satoshi e giovane ricercato, e senza risparmiare scene crude: lo sputo in faccia alla suora, la collezione di porno del quieto vecchietto, la masturbazione sui cadaveri. La tensione e il disagio per le immagini cruente e per l'emergente collusione tra buoni e cattivi sono alleggeriti da una vena di umorismo, ovviamente nero. Nel film c'è però anche una forma di pietà per la diperazione umana e di senso di giustizia che l'autore non perde di vista e che si incarna nella determinata giovane Kaede.
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