La recensione su The Holdovers - Lezioni di vita

The Holdovers - Lezioni di vita (2023): Paul Giamatti, Dominic Sessa

Nel Massachusetts del 1970 gli studenti dell'esclusivo college maschile Barton si preparano all'agognata pausa natalizia dopo aver passato mesi a sgobbare sotto la severità di esigenti professori come quello di storia antica, Paul Hunham (Paul Giamatti). La rigida istituzione scolastica si prefigge di fornire ai rampolli di famiglie danarose la preparazione necessaria per riuscire ad accedere alle migliori università, in vista di brillanti carriere. Purtroppo per alcuni studenti, le loro famiglie non vogliono o non possono riprenderseli per le feste, e la loro poco esaltante prospettiva è quella di trascorrerle nel tetro istituto, rimasto deserto per la partenza degli altri studenti e del corpo docente, ad eccezione di un professore a cui viene conferito l'altrettanto ingrato compito di sorvegliare i restanti (holdovers): quest'anno tocca proprio a Hunham, detestato dagli studenti e messo in “punizione” dal preside per aver con severità inflessibile fatto bocciare il figlio di un generoso finanziatore.

Pensavo che il film si incentrasse sulle dinamiche tra il docente ed il gruppetto di cinque studenti rimasti nelle feste di Natale; invece inaspettatamente entro la Vigilia gli altri quattro prendono il volo con un elicottero verso la settimana bianca offerta da un danaroso padre e alla Barton resta solo Angus Tully (Dominic Sessa) a condividere l'enorme struttura immersa in un paesaggio innevato con il prof. e la cuoca: sono questi tre gli effettivi holdovers.

The Holdovers - Lezioni di vita (2023): Paul Giamatti, Da'Vine Joy Randolph, Dominic Sessa

The Holdovers ci racconta allora il rapporto contrastato tra lo studente, brillante ma insofferente alle regole, e lo scorbutico insegnante, che evolve nel corso delle brevi vacanze dal reciproco fastidio ed ostilità ad una inattesa complicità, trasformandosi Hunham in quella figura paterna di cui Angus è rimasto privo per la malattia mentale del proprio padre. Man mano che l'uomo si apre al confronto, scopriamo che, nonostante le sue enciclopediche conoscenze e competenze, false accuse di plagio hanno tarpato le ali della sua carriera accademica, il che gli provoca frustrazione e timore del giudizio altrui. Ma proprio per questo egli prova ad infondere consapevolezza nei suoi studenti dei privilegi di cui godono per estrazione sociale, facendoli riflettere sul fatto che per molte altre persone “la vita è come la scala di un pollaio: schifosa e corta" .

Quello di Alexander Payne è un film sulla solitudine, che è quella temporanea del Natale '70 nell'edifico lontano dai centri abitati e isolato dalla coltre di neve, mentre tutti come da tradizione si riuniscono con le proprie famiglie per passare le feste. Ma è soprattutto la solitudine esistenziale che accompagna da sempre l'esistenza del professore, strabico e dal cattivo odore per una patologia, che si è progressivamente ritirato tra i suoi libri scoprendosi inadatto al matrimonio. E la solitudine di Angus, che ha di fatto perso il padre e ha un difficile rapporto con la madre che ha deciso di “mollarlo” proprio a Natale per godersi la luna di miele con il nuovo marito. E infine la solitudine della cuoca nera Mary Lamb (Da'Vine Joy Randolph), segnata dalla recente scomparsa in Vietnam del figlio, che nell'arruolamento nell'esercito aveva visto un'opportunità di poter poi accedere a quell'istruzione prestigiosa che il suo modesto ceto gli avrebbe precluso. Il film diventa però nel suo sviluppo ed epilogo un film sull'incontro, su come queste tre solitudini imparino infine a sostenersi a vicenda e ad empatizzare tra loro, spezzando l'isolamento a cui i loro portatori sembravano condannati.

The Holdovers - Lezioni di vita (2023): Paul Giamatti

Girato da Payne con rigore e nitidezza di stile, è una pellicola piena di umanità ma antitesi di ogni sdolcinatezza natalizia , che potrebbe diventare con gli anni un imprevisto classico delle feste.  The Holdovers trova i suoi maggiori punti di forza nelle interpretazioni e nella sceneggiatura di David Hemingson, che approfondendo l'introspezione psicologica dei protagonisti trova un felice equilibrio dolceamaro tra humor e intimismo, che ci fa ridere con i commenti taglienti di Hunham e costruisce per Angus un racconto di formazione che emoziona sena ricorrere al sentimentalismo, in cui si odono echi di L'Attimo Fuggente e Will Hunting – Genio ribelle , ma che mantiene la sua originalità.

Paul Giamatti , che torna a collaborare con l'autore vent'anni dopo Sideways , è ottimo nel suo ritratto di un burbero che sotto la corazza respingente ed intrattabile che si è costruito rivela un'umana vulnerabilità. Da'Vine Joy Randolph incarna il dignitoso dolore di una madre senza mai una caduta nel patetismo. Il giovane Dominic Sessa alla sua prima parte protagonista si dimostra un talento promettente.

Voto: 7, 5 su 10