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Wonder - White Bird

Regia di Marc Forster vedi scheda film

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La recensione su Wonder - White Bird

di gaiart
5 stelle

Che le intenzioni siano buone, nessuno lo mette in dubbio. Però, a volte, non bastano.

Che le intenzioni siano buone, nessuno lo mette in dubbio. Esse a volte però non bastano!

 

‘Wonder - White Bird’ (2023) nasce, come costola adamitica a traino, ovvero fittizio 'spin off' di Wonder, quello che di meraviglioso ha avuto soprattutto l'incasso. Ben 12 milioni solo in Italia, nel 2017, per la regia di Stephen Chbosky

 

Ciò detto, il Wonder due, la vendetta, ovvero ‘Wonder - 'White bird' che ricorda tanto nel titolo italiano, il petulante uccellino che sussurra a Del Piero quale miglior acqua oligominerale bere, vagliata dalla Cucinotta, spiazza e lascia tra l’attonito, l’incredulo e il commosso.

 

Si perché l’uccellino che appare e scompare nel film come monito e anima (persa), evoca la nota pubblicità. Non commuove. Anzi, semmai fa sorridere.

 

 

Se in Wonder, che le sue meraviglie le ha date nell'incasso, la sindrome di Treacher-Collins, perplimeva lo sfortunato protagonista, Uggie (Jacob Tremblay), qui uno di quei bulli si sente infelice.

 

 

Infatti il 'forzato' sequel in realtà, prende solo il bullo di Wonder e lo mette al centro della storia, per poi narrarne un’altra. Tirando già per i capelli la pazienza e buona volontà dello spettatore.

 

Metti un bullo al liceo. Metti la nonna che ti racconta una storia. Metti che al giorno d'oggi nessuno ascolta più le nonne. E tantomeno le storie. Magari le riempiono di botte solo per 100 euro.

 

Invece nel film ‘Wonder- White Bird’, il bullo Julian è stato espulso dalla scuola. Cerca di ambientarsi nel nuovo istituto. La nonna telepatica, lo sorprende, sentendolo in difficoltà, gli fa visita da Parigi e gli racconta la storia della sua infanzia. 

 

Narra di come lei, giovane ragazza ebrea nella Francia occupata dai nazisti, fu nascosta e protetta da un compagno di classe. Di come la sensibilità e il coraggio di questo ragazzo le abbiano salvato la vita che, a discapito della legge di Murphy, si chiama Julian, proprio come il nipote.. 

Narra di quanto può essere forte il potere della gentilezza, tale da cambiare il mondo. Altro che bulli odierni. Li uno zoppo, ti salva la vita, rischiando la propria e anche quella della sua famiglia. 

 

Il pregio del film tolta la prima parte e l’improbabile inizio, è quello di essere a tratti poetico e commovente, uccellino escluso - sia chiaro a tutti.  

Poi nella seconda parte diciamo storica, il film acquista più spessore. Li aiuta anche le nuove generazioni a capire la sofferenza vissuta dagli ebrei, in un racconto nitido e imparziale che non propende necessariamente da un un'unica parte. Ottima, come sempre, la sensibilità interpretativa di Helen Mirren 

 

I difetti sono, oltre al già citato titolo, le costruzioni fantasmagoriche, anche naturalistiche, che a volte trasudano il buono per forza, scadendo nel ridicolo. 

Che a Natale, essendo più buoni, ci sta.




 

 

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