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Sassiwood

Regia di Antonio Andrisani, Vito Cea vedi scheda film

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La recensione su Sassiwood

di Gangs 87
6 stelle

Matera, capoluogo di provincia nonché il più grande comune per superficie della Basilicata, è la vera protagonista di questo film scritto e diretto da Antonio Andrisani e Vito Cea. Partendo dall’omonimo documentario del 2013 vincitore del Glodo d’oro, il film di Andrisani racconta tre storie parallele e intrecciate dal cinema, collante unico di elementi così dissimili tra loro, mentre sullo sfondo i favolosi sassi di Matera, location di molte pellicole famose (e non) della settima arte.

 

Da Pasolini, che qui ha girato parte del suo Il Vangelo secondo Matteo a Mel Gibson, che ci ha ambientato The Passion, la ridente cittadina della Basilicata è stata spesso usata dai registi per il suo panorama rurale che vanta somiglianze con la lontana Palestina così due abitanti del posto colgo l’occasione per fare le comparse all’ultimo film in produzione e si perdono per i sassi dopo le la loro auto li ha lasciati in panne mentre un location manager fa da cicerone all’ennesima regista straniera intenzionata a girare un documentario su un poeta del posto, vessato continuamente dal suo frustrato direttore, presidente della film commission della Basilicata, che deve fare i conti con la concorrenza sleale dei festival limitrofi.

 

La simpatica idea che sta alla base della pellicola di Andrisani e Cea funziona almeno in parte. Pone l’attenzione su un tema concreto ma territoriale, distante alla maggior parte delle persone che non vivono il conteste descritto, eppure rappresentato in modo così semplice da creare nello spettatore il “clic” necessario ad accendere l’attenzione, almeno per tutto il tempo della visione.

 

Seppur divertente in alcune situazioni, per la maggior parte dello svolgimento ci troviamo di fronte ad un film statico, che a suo modo riprende le pellicole on the road, considerando che i protagonisti non fanno altro che camminare o guidare per (quasi) tutto il tempo.

 

La presenza di attori come Flavio Bucci, Giovanni Esposito, Paolo De Vita e Fabrizia Sacchi sembrano dare consistenza e credibilità alla pellicola che pur avendo una forma ben definita a tratti sembra ancora vacillare in alcuni punti, come se la debole sceneggiatura fosse incapace di sorreggerla opportunamente. Un film ambizioso che regala uno spaccato di realtà affrontandola con leggerezza, tra infantile mascolina competizione, screzi tra coniugi e una cappella votiva con la foto di Mel Gibson dietro a lumini accesi.

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