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JFK Revisited: Through the Looking Glass

Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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La recensione su JFK Revisited: Through the Looking Glass

di Alvy
6 stelle

Appena sufficiente, al netto di tutto

A 30 anni di distanza da JFK - Un caso ancora aperto, grandioso lungometraggio complottista capace di smuovere l'opinione pubblica statunitense sui fatti di Dallas del novembre 1963 con rilevanti miglioramenti anche politici in termini di desecretazione di documenti riservati sulla scia del successo del film, Oliver Stone torna su una delle ossessioni della sua vita con un documentario storico di impianto tradizionale: voci narranti, interviste a esperti, visualizzazione grafica di materiale d'archivio, colonna sonora enfatica. L'obiettivo è proporre una versione riveduta e corretta delle ricostruzioni che sconcertarono il mondo nel 1991, facendo leva sull'intento puramente civile e divulgativo del genere documentario, scevro dalle licenze drammaturgiche di un lungometraggio di finzione. In tal senso, JFK Revisited è esteticamente nella media di un buon prodotto di genere. Se il rischio di bombardare lo spettatore di tante informazioni tecniche non è del tutto scongiurato, a convincere poco è una visione ancora una volta 'a tesi' sui fatti di Dallas: il documentario è efficace tanto nel dimostrare scientificamente la fallacia delle ricostruzioni della commissione Warren quanto nell'evidenziare le numerose norme procedurali intenzionalmente infrante da membri della CIA, ma siamo ben lontani dal dimostrare un vero e proprio complotto con chiari moventi, chiari mandanti e chiari esecutori, come si vorrebbe suggerire. E a scoraggiare del tutto è la visione messianica di John Fitzgerald Kennedy, da Stone ancora idolatrato come homo novus che avrebbe condotto gli Stati Uniti nei territori più puri del progressismo. Una visione parziale ormai apertamente sconfessata dagli storici (un esempio eclatante su tutti: l'invasione di Cuba venne avallata da JFK, non osteggiata) che, se in un lungometraggio di finzione come quello del 1991, aveva senso di esistere per dare al film una forza drammaturgica notevole (rivedersi tutta la straordinaria sequenza con Donald Sutherland sulle ragioni dell'omicidio Kennedy: grande cinema di finzione, appunto, non veridicità documentaria), non può trovare spazio o approvazione in un documentario del 2021. A riprova che il cinema, nel suo essere finzione, possa ispirare un moto di civiltà ed una sete di verità molto più forti di un traballante documentario. Il montaggio chirurgico di Pietro Scalia e Joe Hutshing, premiato con l'Oscar nel 1992 (in una gara in cui i contendenti erano filmetti quali Terminator 2, The Commitments, Thelma & Louise e Il silenzio degli innocenti), è ancora oggi molto più importante ed interessante di quello già dimenticato di Kurt Mattila in questo superfluo Revisited.

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