La recensione su Benediction

di alan smithee

8 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

L'ultimo, intenso, struggente ed insieme brillante film del grande cineasta britannico Terence Davies, deceduto nell'ottobre del 2023, è un biopic originale ed imprevedibile incentrato sulla figura intransigente, brillante ed ironica del poeta Siegfried Sassoon.

Trasposto sulla base di uno script interamente concepito dal medesimo regista, Bénédiction si concentra a delineare stati d'animo ed indole più intima e sfaccettata di un giovane scrittore e poeta travolto, suo malgrado, dalla violenza della guerra, combattuta sul campo durante le sanguinose fasi cruciali della Prima Guerra Mondiale.

Davies si concentra sulle delusioni artistiche ed esistenziali del giovane scrittore, che lo hanno indotto a reagire di fronte a problematiche, caratteristiche sociali e civiche che lo hanno visto anteporso al credo sociale condiviso e divenuto baluardo di un orgoglio patriottico altrove quasi unanimemente condiviso ed esaltato.

Ma Sassoon, fieramente l'omosessualità non meno di Terence Davies stesso, devastato dagli orrori della guerra, diviene paladino di un pacifismo per nulla coordinabile con le ragioni di stato.

Una posizione scomoda che induce l'esercizio stesso ad isolarlo e a classificarlo alla stregua di un malato mentale bisognose di cure e di tutela.

Ma grazie proprio a questa sua segregazione, la sua composizione poetica apertamente antimilitarista lo fece balzare alle cronache, portandolo ad emergere grazie alla sua opera autobiografia contenuta nella sua celebrata ed anticonformista Sherston Trilogy.

Davies ha girato un film intenso e brillante, tenero e insieme spumeggiante in cui la storia di vita dello scrittore e poeta si ricava dalle tragiche pagine di guerra che videro il protagonista dapprima nominato Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico, beneficiato altresì della ambita Croce Militare.

Educato all'ebraismo, omosessuale tutt' altro che celato, fu diseredato quando sposò una donna cattolica dopo averne abbracciato il dogma in luogo di quello natio.

Davis si concentra a rappresentare come Sassoon, padre di tre figli, cominciò ben prima del matrimonio a convivere apertamente con la sua condizione sessuale in un dopoguerra per nulla predisposto ad accettare simili provocazioni, ed iniziando senza troppi segreti una relazione amorosa con il capriccioso e vubile artista Gabriel Atkin.

Davies col suo emozionante Bénédiction, bipic sui generis che ha dalla sua situazioni e soluzioni geniali, traccia il percorso terreno e spirituale, oltre che artistico fieramente anticonformista di un personaggio unico come fu Sassoon, e si rende artefice di un film sfaccettato, drammatico ma anche brioso, vitale e ispirato che costituisce il miglior stratagemma posdibe per concludere, ahimè sin prematuramente, una carriera ai massimi vertici tra ispirazione e risultati artistici.

Nel cast molto ispirato, Jack Lowden e Peter Capaldi si alternano in una staffetta di vita che unisce la primavera e l'autunno dell'ispirato poeta, mentre il giovane Jeremy Irvine e la matura Gemma Jones brillano di grazia e sfumature vitali per rendere al meglio l'eccentricità dei personaggi che sono chiamati ad interpretare.

Chiudi

Ti è stata utile questa recensione? Utile per

1 utenti.

chiudi

Per te? Sì