Regia di Nelo Risi vedi scheda film
Dopo quasi dieci anni sul fronte, all'alba dell'8 settembre 1943, Michele torna a casa. Fascista convinto e mai pentito, si rende conto che la Repubblica Sociale è una trappola e decide di schierarsi al fianco dei partigiani. Incontrando, naturalmente, molteplici diffidenze.
Il romanzo di Davide Lajolo dal titolo Il voltagabbana, quanto mai emblematico, era da poco uscito (1963) quando Nelo Risi e Fabio Carpi ne hanno tratto la sceneggiatura di questa pellicola; La strada più lunga è un film realizzato per la televisione di Stato, ma che in quanto a confezione non ha nulla da invidiare alle coeve opere uscite al cinema. E soprattutto è una mirabile interpretazione di Gian Maria Volonté, uno di quei pochi attori che riescono a rendere un film interessante anche solo con la loro presenza. Non è questo il caso, si capisce, poiché La strada più lunga è ben realizzato e diretto con mano solida da un Risi uscito ormai allo scoperto, fuori dal cono d'ombra del più celebre fratello Dino, e nel resto del cast si trovano altri nomi degni di nota: Giampiero Albertini, Augusto Mastrantoni, Graziella Galvani, Ernesto Colli tra i tanti. Ma, vale la pena di ribadirlo, è sempre Volonté a offrire quel qualcosa in più alle opere a cui partecipa e qui non fa eccezione: magistrale il suo Michele, che è poi nella realtà l'alter ego di Lajolo. Forse il film è più cerebrale, intellettuale, di pensiero che d'azione e questo un po' potrebbe penalizzare la visione da parte di una certa fetta di pubblico, ma il ritmo narrativo rilassato – se così si può dire – è a tutti gli effetti quello che meglio si confà a un lavoro di questo genere. Girato in un crudo e verista bianco e nero, la durata della versione liberamente reperibile su YouTube è di 77 minuti circa. 6/10.
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