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Nato per combattere

Regia di Bruno Mattei vedi scheda film

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La recensione su Nato per combattere

di giurista81
4 stelle

Tardo war movie d'ambientazione vietnamita che porta la firma dell'artigiano Bruno Mattei, meglio conosciuto all'estero con lo pseudonimo Vincent Dawn. Prodotto dalla Flora Film, è un mix tra Rambo Crocodile Dundee che porta le stigmate proprie dei prodotti del genere. Prendete un combat movie alla Chuck Norris e amplificatene al massimo tutte le inverosimiglianze. Così abbiamo un ex militare americano, divenuto guida nella giungla vietnamita (dove ancora ci sono prigionieri americani), capace di debellare per conto proprio interi plotoni di soldati. Brent Huff, comparsa nel King Kong di Guillermin, viene promosso protagonista da Mattei che già lo aveva avuto in altri action movie (Strike Commando Cop Game). Qua si presenta armato a puntino con mitragliatori, munizioni, bazooka e quando ne resta sprovvisto finisce per trovarli nella giungla, ovviamente incustoditi, senza che se ne capisca il motivo. E' lui l'eroe di turno, un po' Rambo, un po' Paul Hogan (cappello australiano alla Crocodile Dundee) e un po' Clint Eastwood (cigarillo costantemente in bocca). Lo è al punto che non viene mai colpito, nonostante non faccia nulla per evitarlo. Così lo vediamo presentarsi al cospetto di militari posizionati davanti a lui e che non riescono a colpirlo. Huff, urlando con espressioni tutt'altro che calibrate (assai meglio quando recita da calmo), li uccide tutti con Mattei che gioca a fare il Sam Peckinpah di turno, ricorrendo a un uso smodato di rallenty, qua estesi anche al sonoro. Non si contano le citazioni da Rambo II (dettaglio dell'estrattore del mitra che vomita fuori i bossoli esplosi) a Rambo III (con un generale liberato dai vietnamiti che aiuta il protagonista nell'azione finale per fare piazza pulita), passando per Rombo di Tuono (scena con Huff che finisce sommerso nell'acqua di un fiume per poi balzare fuori carico di bombe a mano scagliate sui vietcong). Per fare un esempio si assistono a situazioni su cui Sylvester Stallone (che poi casualmente utilizzerà il titolo Nato Per Combattere per Creed) ironizzerà nel film I Mercenari II nella scena che introduce il personaggio di Chuck Norris.

Fragasso, storico socio di Mattei che poi passerà in proprio con film quali Palermo - Milano Solo Andata, non costruisce una storia particolarmente credibile, con sviluppi forzatissimi e poco comprensibili da un punto di vista realistico. Ciò nonostante, a differenza di altri film di Mattei, Nato per Combattere è uno z-movie che si lascia guardare dai cultori del cinema bis. Mattei, al di là dei continui rallenty, gira in modo sufficiente e sfrutta gli effetti pirotecnici ben organizzati dai maestri di armi. Da quest'ultimo punto di vista il film è riuscito. Esplosioni, smitragliate, sangue che spruzza dai petti, grandi voli degli stunt orientali. Tutto molto bello dal punto di vista coreografico, purtroppo al servizio di una storia banale, ma non proprio catastrofica. Molto buono il doppiaggio, cosa da non sottovalutare per una produzione che ha in Mattei e Fragasso i loro terminali.

Le interpretazioni non impressionano ma, anche queste, per un film di Mattei non sono poi così disprezzabili. Huff si impegna. Fisico muscolare, aspetto accattivante. Prova anche a lavorare sulla gestualità e sulle espressioni, ma non sempre riesce. Meglio invece l'ex miss mondo 1977 ovvero l'attrice svedese Mary Stavin, colei che ingaggia il personaggio di Huff per condurre un reportage fotografico che poi si trasforma in un'operazione finalizzata a salvare il padre, un generale che ha un conto aperto col protagonista (Mattei ricorre all'artificio dei flashback per fare da collante tra presente e passato). La Stavin fornisce buona prova, a nostro avviso è la migliore del cast artistico. John Van Dreelen è il generale che prova a scimmiottare il Trautman di Richard Crenna. La sua è una performance passabile. Sopra le righe Werner Pochath che fa il traditore americano passato sotto le effigi vietnamite. L'austriaco prova a fare un cattivo che ride e bercia, giocando con i prigionieri americani utilizzati quali cavie per individuare le mine. Cadrà vittima della vendetta di Huff in una morte assai kitch, con super rallenty con Pochath che urla: "Noooooooo..."

Presenti nel cast anche alcuni caratteristi leggendari del nostro cinema di genere quali Massimo Vanni (celebre per il ruolo di Gargiulo nei film con Tomas Milian nei panni del commissario Nico Giraldi) e Romano Puppo, quest'ultimo nel suo classico ruolo di cattivo.

Colonna sonora di Al Festa, che qualche anno dopo proverà anche la via della regia, un po' pomposa, ma non proprio disdicevole. 

In definita è un prodotto mediocre, ma non catastrofico. Bruno Mattei ha fatto molto di peggio, qua realizza un prodotto tutto sommato presentabile nel circuito cinematografico low cost d'esportazione. Curiosamente, visto i nomi dei convolti, non viene scelta la via del grandguignol. Alla fine, i cultori degli z-movie, non si annoieranno. 

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