La recensione su The Italian Recipe

di alan smithee

4 stelle

FAR EAST FESTIVAL 24

“Roman holydays with chinese flavors”

Il cantante pop Peng, di un certo talento ma non ancora in grado di sfondare come idolo dei giovani ed icona social, viene inviato a Roma dal suo scaltro e malizioso produttore per partecipare ad un reality in cui dovrà far credere di innamorarsi della diva più cliccata dei socials in Cina.

Ma quando arriva, si imbatte nella tenace e determinata Mandy, una cameriera che vive in Italia da anni assieme agli zii e vive di mille lavoretti: fa la sguattera in un ristorante, pur sapendo cucinare come una vera chef, al punto di sognare di essere assunta dal celebre cuoco Cannavacciuolo in un locale di prossima apertura nella capitale e si improvvisa guida per i cinesi a Roma ed anche autista.

Grazie proprio al mestiere di autista, sostituendo un collega che deve sposarsi, incontrerà il celebre cantante, e tra i due nascerà una storia tutta imprevisti e crucci.

In The Italian Recipe, seconda co-produzione tra Cina e Italia dopo Goodbye Mr. Lovers, la regista Hou Zuxin, anche sceneggiatrice, prende il classico Vacanze Romane del 1953 di William Wyler, ne altera gli addendi, miscuglia ed amalgama una serie di vicissitudini, e spera che il risultato non cambi.

In realtà cambia eccome, e non basta cambiare sesso ai protagonisti, invertendo il principino in luogo della principessa, né il loro mestiere o la loro provenienza.

Roma e l'Italia in generale vengono tradotte con il solito sguardo miope e un po' facilone del turista distratto ed incantato dai luoghi comuni (basta pensare cosa ha prodotto un grande come Woody Allen quando è sbarcato nella capitale col pessimo To Rome with love).

Tuttavia, dal trailer e dal manifesto, ci si poteva aspettare anche di peggio, e il film riserva, a piccole dosi, anche qualche momento almeno un po' ilare o divertente.

Nonostante il vezzo di un'Italia inevitabilmente caricaturale e da cartolina decisamente fastisdiosa agli occhi di chi ci vive.