Espandi menu
cerca
Lost in Space

Regia di Stephen Hopkins vedi scheda film

Recensioni

L'autore

degoffro

degoffro

Iscritto dal 10 gennaio 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 99
  • Post 165
  • Recensioni 929
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Lost in Space

di degoffro
4 stelle

Basato su una popolare serie televisiva creata da Irwin Allen, andata in onda con enorme successo sugli schermi americani tra il 1965 e il 1968, l’ennesimo esempio di fantascienza per famiglie, ricca di effetti speciali e con contributi in animazione elettronica del Jim Henson Creature Shop, ma monotona e prevedibile, affaticata e senza un minimo di suspense, tremendamente seriosa e del tutto priva di ironia, con sorprese ridotte al minimo e tutt’altro che irresistibili. La famiglia Robinson si imbarca sull’astronave Jupiter 2 guidata dal maggiore West, in direzione del pianeta Alpha Prime, per una missione delicatissima e fondamentale per la salvezza dell’umanità: “Stiamo cercando di salvare il pianeta” è l’originale ed avvincente motto della missione. Nonostante le previsioni del maggiore West alla partenza (“Sarà un viaggio di tutto riposo”) la missione sarà tutt’altro che facile e serena sia perché la situazione della famiglia Robinson non è certo idilliaca e piacevole (“Non ha senso salvare un mondo di famiglie, se non riusciamo a salvare la nostra”, dice Maureen al marito John – un impacciato, poco credibile e fuori parte William Hurt -, troppo preso dalle sue ricerche ed incapace di prestare la minima attenzione alle esigenze ed ai bisogni dei propri figli, con i quali si limita ad avere un rapporto distaccato, indifferente, approssimativo, delegante e superficiale, dimenticandosi puntualmente dei loro saggi di scienze), sia per la presenza sull’astronave del malvagio mutante dottor Smith (un macchiettistico Gary Oldman, ormai abbonato o condannato a riciclarsi in ruoli da cattivo senza sfumature, che alla fine si somigliano tutti). Smith è l’incarnazione del male assoluto, per lui una scelta filosofica, un modo di essere: “il male fiuta il male”. Tra enormi ragni di metallo, salti spazio temporali, ridicole schermaglie amorose tra il maggiore West e la figlia maggiore dei Robinson (la quasi debuttante Heather Graham alla prese, come tutti gli annoiati attori, con un ruolo unidimensionale e stupidotto), patetiche e lacrimevoli parentesi familiari, inserite al solo scopo di allungare un brodo già piuttosto rancido, il mediocre regista Hopkins non riesce a ravvivare una materia narrativa piuttosto scontata e sonnolenta: alla fine il ritrovarsi della famiglia felice dopo tante difficoltà e pericoli, suona falso, ipocrita, fastidioso e troppo politicamente corretto nonché becero e sconcertante, così come l’improvviso e inutile riappacificarsi tra padre e figlio, oltremodo penoso ed irritante. Al solito tanto rumore per nulla: nella generale e grossolana confusione si salvano soltanto due battute particolarmente ispirate e adatte ai nostri tristi tempi: “La tempestività è un elemento essenziale del terrorismo”, dice all’inizio il cattivo Oldman; “Ma come possiamo portare la civiltà sulle stelle se non siamo civili noi?”: domanda più che legittima e che effettivamente nel film, come anche nella realtà non trova ancora risposte sensate. Riciclato (nelle situazioni più complicate ed intricate ancora una volta, nonostante tutte le più sofisticate ed avanzate tecnologie, a prevalere sono sempre l’innocenza e la semplicità dei ragazzini, come capitava ad esempio nell’eccezionale “Mars attaks” di Tim Burton), stanco, approssimativo, poco appassionante, elementare, tremendamente noioso: alla fine più che la famiglia Robinson è lo spettatore ad essere lost.
Voto: 4

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati