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Sator

Regia di Jordan Graham vedi scheda film

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La recensione su Sator

di undying
8 stelle

Originale e suggestivo horror, frutto di ben sette anni di lungo e spossante lavoro, diretto con mezzi limitati dal convincente Jordan Graham, qui al secondo lungometraggio. In parte autobiografico, per la presenza della nonna del regista (June Peterson) che ripropone sullo schermo eventi realmente vissuti.

 

locandina

Sator (2019): locandina

 

Adam (Gabriel Nicholson) vive in solitudine, in una baita sperduta nel bosco. Saltuariamente riceve visite da parte di fratello e sorella, anche loro residenti in una limitrofa località isolata. Adam è ossessionato da scritti, registrazioni video e nastri audio, testimonianza dell'esperienza vissuta dalla nonna Nani (June Peterson). L'anziana, gravemente malata, ancora ricorda dei suoi lunghi contatti extrasensoriali avuti con Sator, entità che ha lasciato traccia della sua presenza grazie alla scrittura medianica. Ma questa creatura indefinita esiste? Cosa significano quegli ambigui e oscuri messaggi che ha divulgato tramite Nani? 

 

"Ti hanno scelto la fornace dell'afflizione. Ora puoi presentare un'offerta dal fuoco prima della purificazione, come un aroma rilassante per Sator." (Scritto medianico di Nani)

 

scena

Sator (2019): scena

 

Jordan Graham, dopo l'esordio (da recuperare) Specter (2012), decide di portare sullo schermo un horror in parte biografico. Il personaggio di Nani è infatti interpretato dalla nonna (June Peterson), realmente reduce da esperienze di scrittura medianica, susseguenti a pratica con tavola Ouija, avvenute nel 1968. La Peterson ebbe ripercussioni psicologiche di certo peso, tanto da essere ricoverata in un ospedale psichiatrico. Graham non solo porta sullo schermo questa tragica figura, afflitta anche da demenza senile, ma inserisce nel film filmati reali dei nonni, girati negli anni '90 e i documenti di quella reale esperienza: i testi e i fogli scritti che compaiono in Sator, sono quelli reali del 1968. Il progetto è particolarmente sentito, tanto che Graham impiega sette anni per portarlo a conclusione (lo si intuisce quando Adam opera su un PC con sistema operativo Windows XP). E per quanto film anomalo, di certo complicato e per nulla banale, si nota che il lavoro fatto in post produzione deve avere letteralmente sfiancato il regista. Centoventi i giorni delle riprese, per le quali Graham cura ogni dettaglio (effetti speciali e scenografie).

 

scena

Sator (2019): scena

 

Ma il mastodontico lavoro è quello successivo, che risalta per la maniacale cura del reparto audio. Un anno e quattro mesi di tempo, Graham ha impiegato per curare i dettagli (compresi i dialoghi) in fase di montaggio. Migliaia, invece, le ore spese per ritoccare la fotografia, imparando da zero a valutare il colore del film in "Davinci Resolve", una procedura tecnica particolarmente impegnativa. Sator è dunque un lavoro personalissimo, per il quale anche la fondamentale colonna sonora - creata utilizzando pentole, padelle, dadi, bulloni e un basso con arco da violino - porta la sua firma. Si capisce dunque quanto il prodotto sia frutto di un impegno immersivo e totale, motivato non da finalità economiche bensì dalla necessità di raccontare una storia intima, personale e profondamente sentita. Una storia ambigua, che oscilla sempre tra due piani: quello del paranormale e quello della follia. Sator sarà probabilmente poco gradito dal pubblico, a causa di una struttura complessa sia sul piano tecnico che su quello narrativo, nel quale ripetuti sono gli sfasamenti temporali. Ma presenta momenti in grado di lasciare sbalorditi: tipo l'apparizione, di notte nel bosco, di un enorme disco (durante un sogno agitato di Adam) o la scomparsa di Evie (Rachel Johnson), inghiottita dal cielo a notte fonda. Per non parlare delle suggestive presenze umane con maschere da caprone o delle impressionanti scene che rendono partecipe la natura: cieli stellati, colline innevate, manti di nebbia, folate di vento improvvise e uccelli in volo su un cielo cinereo. Ricorda inevitabilmente due titoli: il nostro Oltre il guado (2013) e Possum (2018). Sei anni di lavoro sul materiale girato, per un'opera costruita da Graham con le sue stesse mani, nella quale la figura di June Peterson (deceduta poco dopo la conclusione del film) assume purtroppo aspetto spettrale mentre la sua voce fa tremare i polsi per quel che dice, e per come lo dice. 

 

scena

Sator (2019): scena

 

Citazioni 

 

"Sator è come un essere umano che vive qui intorno da qualche parte. Qualcuno che riesce ad entrare nel mio cervello. Lui è consapevole di tutto ciò che era ed è stato fatto. E cosa dovrebbe e deve essere fatto." (Nani)

 

"Sator ti ha cercato e ti conosce. Sa quando riposi e quando ti alzi. Percepisce i tuoi pensieri da lontano. Osserva quando esci (...) Non c'è niente di nascosto che non sarà rivelato e segreti che non saranno conosciuti. Colui che rivela il profondo e nascosto, saprà cosa c'è nel buio. Quello che non si vede nell'oscurità può essere mostrato alla luce." (Nani)

 

quadrato-magico-sator-duomo-siena-riproduzione

 

"Il quadrato del Sator è una ricorrente iscrizione latina, in forma di quadrato magico, composta dalle cinque seguenti parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS. La loro giustapposizione, nell'ordine indicato, dà luogo a un palindromo, vale a dire una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra e viceversa. La stessa frase palindroma si ottiene leggendo le parole del quadrato dal basso verso l'alto purché ogni riga sia letta da destra verso sinistra." (Da Wikipedia)

 

Trailer

 

F.P. 11/02/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 86'14") / Data del rilascio (streaming): 09/02/2021

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