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Hard-Core

Regia di Nobuhiro Yamashita vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Hard-Core

di alan smithee
6 stelle

locandina

Hard-Core (2018): locandina

 

FEFF 21 – UDINE: CONCORSO

surrealist generational comedy with robot”

"A che serve la famiglia.... Se siamo in grado di volare" 

Un balordo e sfaccendato avventuriero che a stento riesce a controllare le sue irrefrenabili e violente reazioni, e a causa di ciò spesso nei guai, dai quali molto spesso viene tirato fuori dal responsabile fratello, ragazzo in carriera responsabile ed accorto trova come unico suo compatibile compagno di vita, un barbone un po' folle e taciturno che vive tra i rottami di una fabbrica abbandonata. I due reietti dalla società, sono soliti recarsi, un solo giorno alla settimana, a scavare in una miniera abbandonata poco distante dalla loro fatiscente abitazione, ove un vecchio e folle anziano ex combattente è convinto che sia nascosto un tesoro andato dimenticato.

Il giorno che, tra i rottami dello stabilimento che da tempo li ospita, trovano la carcassa di un vecchio robot, e, rimesso un po' a nuovo, questi si rimette in moto dimostrando col tempo di possedere poteri e qualità in grado di trasformarlo in un vero e proprio tesoro utile in ogni frangente, quel folle gruppo si troverà a dover fronteggiare una minaccia rappresentata da un gruppo di malavitosi, per nulla propensi a disinteressarsi dell'esistenza di un ipotetico tesoro.

scena

Hard-Core (2018): scena

scena

Hard-Core (2018): scena

Da un manga di culto che celebra le gesta di due perdenti per eccellenza come lo sono i nostri due folli e un po' malinconici protagonisti,con Hard-Core torna in regia il cineasta nipponico che avevamo già incontrato al FEFF nr. 19 con la commedia – anch'essa piuttosto surreale e sognata – My uncle, ovvero l'eccentrico ed originale Yamashita Nobuhiro.

Il film è, almeno a tratti, gradevole soprattutto per quella stramba aurea vintage che situazioni e personaggi si trascinano dietro, primo tra tutti il desueto e silenzioso robot tutto fare che si trasforma in un “utensile” indispensabile e provvido per i due balordi protagonisti ed il resto della loro eccentrica banda.

scena

Hard-Core (2018): scena

scena

Hard-Core (2018): scena

Certo poi la sceneggiatura è afflitta da un avvicendamento così tortuoso di situazioni bizzarre ed apparentemente affastellate senza sufficiente controllo, che il film dimostra in più occasioni di risentirne, anche se l'indiscutibile fascino vintage alla “gigante di latta” emanato dall'amico meccanico - solo apparentemente inespressivo, in realtà tenerissimo nei modi e nelle accortezze più volte manifestate senza necessità di concreta contropartita - giunto provvidenzialmente a salvaguardia dei due strambi personaggi, consente alla pellicola di potersi giovare di un tocco surrealista magico.

Quel piccolo provvidenziale toccasana in grado di fare del bene ad una storia eccentrica che non si può facilmente dimenticare, né tanto meno lasciare freddi o esenti da emozioni di un certo spessore. Sentimenti e stati d'animo che, inevitabilmente, ci riportano ai sogni un po' infantili, un po' improbabili, dell'infanzia magica e a tratti fuori da mondo razionale, che almeno in qualche frangente ha fatto parte di ognuno di noi, ad occhi aperti o all'interno dei nostri sogni più profondi, irrazionali, e per questo più squisitamente sinceri e disarmanti.

 

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