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Le choc du futur

Regia di Marc Collin vedi scheda film

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La recensione su Le choc du futur

di supadany
6 stelle

Torino Film Festival 37 - Concorso Torino 37.
Almeno in prima istanza, il destino non riserva nulla di buono ai visionari. Infatti, mentre fiutano in clamoroso anticipo ciò che nel futuro diventerà un tratto distintivo per le masse, vengono puntualmente presi per matti e trattati come un qualunque perditempo da chi li circonda. Incompresi anche da chi dovrebbe capirli e sorreggerli nella loro ricerca.
Nei casi più fortunati, otterranno le gratificazioni che meritano in tempo per godersi l'avvolgente gratificazione del successo.
Parigi, 1978. Ana (Alma Jodorowsky) è una ragazza che compone elettro music con strumentazioni avveniristiche ricevute in prestito, lavorando nel chiuso di un appartamento che funge anche da studio improvvisato.
Tra svariati contrattempi e porte sbattute in faccia ogniqualvolta fa ascoltare le sue composizioni a persone musicalmente influenti, Ana si lancia anima e corpo in quella musica elettronica che ama più di ogni altra cosa e che, negli anni a venire, conquisterà i riflettori.

 

Clara Luciani

Le choc du futur (2019): Clara Luciani


Le choc du futur è un film minuto, quasi completamente radicato nello stesso luogo (un appartamento/studio) e contraddistinto da un quantitativo circoscritto di idee, tuttavia esposte nitidamente, con indiscutibile partecipazione.
Un'opera che premia chiunque abbia lottato per trasformare il futuro in presente, nella fattispecie dedicata a quelle pioniere che hanno intuito il potenziale della musica elettronica prodotta ed eseguita senza ricorrere all'utilizzo di strumenti musicali.
In questo modo, da un punto di vista diventa un film di nicchia, in grado di pizzicare le corde degli amanti del genere, chi appena parte il sound percepisce delle vibrazioni interiori e un incontenibile desiderio di alzarsi e ballare.
Contemporaneamente, la protagonista Alma Jodorowsky - nipote di Alejandro Jodorowsky - calamita lo sguardo per il trasporto che la anima, perennemente al centro della scena, circondata da apparizioni di uomini, sempre relegati in posizioni di contorno, il più delle volte per il fatto di non capire il talento che hanno di fronte e quanto è sul punto di nascere.
Al contrario, l'unica altra figura di rilievo è nuovamente rappresentata da una donna, aspetto che raddoppia la valenza del film diretto da Marc Collin - fondatore della band Nouvelle Vogue, qui all'esordio alla regia -, vintage nell'anima (tra i tanti suppellettili dispersi per la casa, troviamo il vinile di Horses di Patti Smith e il poster di un film di Jean-Luc Godard) e contemporaneo nel suo essere marcatamente a trazione femminile, senza ridursi a sciorinare inutili convenevoli.
Dunque, Le choc de futur non ricorre ad additivi superflui, non insegue scorciatoie e mira direttamente all'interesse primario, risultando probabilmente limitato alla sua sfera d'influenza che, d'altro canto, illuminerà di pura passione.
Schietto.

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