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Graziella

Regia di Giorgio Bianchi vedi scheda film

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La recensione su Graziella

di mm40
4 stelle

All'inizio dell'Ottocento in un paesino campano scocca la scintilla dell'amore tra il nobile Alphonse, diplomatico francese, e la giovane paesana Graziella. Povera e analfabeta, la ragazza non può aspirare ad altro che a sposare suo cugino Cecco. Alphonse puntualmente rientra per lavoro in Francia, ma fa tutto il possibile per tornare al più presto da Graziella. Che, nel frattempo, si strugge nell'indecisione e nella tristezza.


Come i titoli di testa immediatamente avvertono, siamo di fronte alla trasposizione del romanzo autobiografico omonimo scritto da Alphonse de Lamartine nel 1852; la sceneggiatura di Suso Cecchi d'Amico, Alessandro Continenza ed Enrico Medioli restituisce appieno il gusto intensamente romantico della pagina di provenienza, facendo della pellicola un corposo melodramma dalle tinte oscure, tragiche e basando l'intera struttura narrativa sul più classico degli amori impossibili. Per differenza sociale, innanzitutto, ma anche per via di una distanza abbastanza netta, fra i protagonisti Alphonse e Graziella, nell'atteggiamento riposto verso la vita, verso l'amore, verso il futuro. Indubbiamente l'essere donna penalizza Graziella, che puntualmente è colei che riporta le conseguenze peggiori dal negativo evolversi degli eventi; brava perciò Maria Fiore in un ruolo non semplice. Nel resto del cast non mancano comunque volti e nomi altrettanto degni di nota: Jean-Pierre Mocky, Tina Pica, Elisa Cegani sono i principali. Dietro la macchina da presa troviamo poi Giorgio Bianchi, ormai già piuttosto quotato, la cui carriera sarà interamente votata a un cinema popolare nell'accezione più nobile del termine; se le successive commedie sono quelle che lo hanno reso maggiormente noto, non è comunque da sottovalutare la produzione drammatica del primo periodo della sua filmografia, cui naturalmente appartiene anche questo titolo. La vicenda è piuttosto lacrimevole, i dialoghi sono doverosamente retorici, ma il ritmo è sufficientemente alto per mantenere desto l'interesse anche di fronte a un probabile 'effetto-polpettone'. 4/10.

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