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A Girl Missing

Regia di Koji Fukada vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su A Girl Missing

di alan smithee
7 stelle

CINEMA OLTRECONFINE
Ichiko è una affascinante donna di mezza età che lavora da tempo come infermiera privata di una famiglia benestante, occupata quasi esclusivamente ad accudire la anziana e malata nonna della famiglia.
Ciò non le impedisce di affezionarsi alle due giovani figlie dei padroni di casa, delle quali diventa poco per volta la loro matura e fidata confidente, in particolare della più grande tra le due, Motoko.
Quando tuttavia la minore tra esse, Saki, misteriosamente scompare, la stampa rende pubblica la notizia che il rapitore è il giovane nipote della medesima Ichiko, che, assediata dai clamori mediatici, si licenzia e dà alla fuga.
In un altro arco temporale, posteriore di qualche anno, ma narrativamente presentato ad inizio film, ritroviamo Ichiko mentre cerca di farsi notare dal suo nuovo aitante parrucchiere, col quale la donna si appresta a condividere una segreta relazione extraconiugale.
Quali sono i piani reali della donna, sopraffatta da un desiderio di riscatto e di vendetta che la spingono a comportarsi come in preda ad una irresistibile ossessione?

Il bravissimo, inquitante regista giapponese di Harmonium, Koji Fukada, ci stupisce nuovamente nella costruzione di un thriller psicologico tutto incastri, pedinamenti e complicati intrighi che costituiscono uno sfogo con cui la tormentata protagonista cerca di riscattarsi dalle infamie di cui è stata accusata.
Fukada racconta le sue storie incentrate sui misteri insiti nella indecifrabile e  spesso perversa natura umana, riducendo al minimo la possibilità di mostrare o svelare quei particolari utili a chiarimenti che ogni spettatore aspetta dall'inizio impaziente, ma che raramente il cineasta ci concede, impegnato a sondare gli effetti, più che la causa che li ha generati.

La causa infatti è insita nell'insondabile mistero umano, che spinge gli individui messi al muro da verità troppo sconcertanti o dure da accettare, a comportarsi come mostri, essenza di una disumanità e di una crudeltà che ci trasforma in belve assetate di vendetta.
Merito della riuscita di questo thriller intrigante e misterioso, insinuante ed ambiguo, sta anche nella interpretazione della sua straordinaria attrice protagonista, Mariko Tsutsui, già presente in Harmonium ed attrice di riferimento nella cinematografia di Sion Sono: una donna stupenda in grado di appropriarsi di un personaggio complesso e pieno di incognite come Ichiko, che la donna definisce in tutte le più singolari, disperate sfaccettature che la vedono muoversi nel corso di due archi temporali distinti, anche piuttosto distanti nel tempo tra loro, in cui allo spettatore viene chiesto di soffermarsi sui particolari di una mutazione genetica che l'attrice ed l regista descrivono in modo perfetto ma solo per sfumature, come lingrigire dei capelli, o con lineamenti meno freschi e segnati dal tempo. 
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