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Tornare a vincere

Regia di Gavin O'Connor vedi scheda film

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La recensione su Tornare a vincere

di YellowBastard
5 stelle

Dalla premessa e da come è stato presentato dalla Warner Bros. la nuova pellicola di Gavin O’Connor avrebbe tutte le carte in regola della classica storia di riscatto sociale in un’ambientazione sportiva, prerogativa da sempre molto caro al cinema hollywoodiano, attraverso dinamiche in questo caso correlate al mondo del basket, già viste ad esempio in Colpo Vincente, He Got Game, Chi non salta bianco é o in Coach Carter, ma in realtà semplice cornice ad un nuovo tassello su un dramma familiare intrapreso dal suo regista.

 

Tornare a vincere: i primi minuti del film con Ben Affleck - tuttoteK

 

In The Way Back, titolo originale come al solito più coerente con quanto viene raccontato nella pellicola, le ossessioni del cinema di O’Connor, tendente alla costruzione di personaggi intrappolati in vicende familiari tra rabbia e dolore, trovano un nuovo impulso  attraverso le ferite di un protagonista dalla personalità muta e bloccata e dalla sua conseguente deriva nell’alcolismo.

E’ questa l’anima più profonda di un film all’apparenza di carattere sportivo, motivo che in qualche modo ne tradiscono quindi gli stereotipi di genere, tra questioni agonistiche e la fascinazione per la sfida che in questa pellicola vengono meno (o almeno lascate sullo sfondo).

 

Tutto il film si sedimenta quindi attraverso questo filtro in un conflitto interiore che non riguarda mai davvero l’altro, che sia un avversario o qualche ragazzo problematico, una partita da vincere o il confronto con la sorella o con una ex-moglie che, pur amandolo ancora, cerca con fatica di staccarsi da lui per non venire a sua volta travolta dalla sua disperazione.

Un dolore tutto interno al protagonista ma che si allarga a un mondo che non ammette debolezze o eccezioni, che pretende senza però curarsi di quei moti interiori, anche distruttivi, che fanno comunque parte dell’essenza di un uomo, un perdente (forse) ma non su un campo da gioco.

Il film quindi è un viaggio disperato di accettazione e di rinascita di un uomo arrivato a toccare il fondo, senza sensazionalismi che avrebbero intaccato malamente un tono introspettivo e intimo, più personale e lontano dalla canoniche storie di redenzione del cinema hollywoodiano.

L’atmosfera infatti non è speranzosa o ottimistica (se non nell’ultimissima immagine) ma, al contrario, plumbea e funerea, quasi disperata.

 

Tornare a vincere di Gavin O'Connor , a cura di Stefano Falotico |  CiaoCinema

 

Produttore oltre che interprete principale, Ben Affleck, tornato a collaborare con Gavin O’Connor dopo The Accountant, ne é l’incarnazione perfetta.

Divo spesso in bilico tra successo e fallimento, segnato nella vita come anche nella carriera cinematografica, Affleck ne riassume, per quanto in parte scontate, il senso complessivo e le ferite del suo personaggio (e che ricorda tantissimo quello interpretato dal fratello Casey in Manchester by the Sea) regalandoci, grazie a queste similitudini, uno dei suoi lavori migliori, aiutato in questo anche dall’occhio lucido (e opportunista) del regista che costruisce intorno alla sua interpretazione l’intera pellicola.  

Nel cast anche Janica Gavankar, Al Madrigal, Glynn Turman, Rachel Carpani e Haynes MacArthur.

 

Recensione film: Tornare a vincere con Ben Affleck

 

Eppure qualcosa non funziona completamente.

L’onesta regia di O’Connor, autore oltre a The Accountant anche di Pride & Glory e Warrior, non possiede ne l’epica ne l’energia di altre analoghe operazioni (vedi Basta vincere di William Friedkin o Quella sporca ultima meta nella versione di Robert Aldridch) e, seppur con il pregio di non eccedere troppo nella sconfitta, la sceneggiatura di O’Connor e Brad Ingelsby scivola in un determinatismo fin troppo marcato e in alcune soluzioni o troppo lacrimevoli oppure di eccessivo manierismo.

 

VOTO: 5

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