Regia di Olivier Megaton vedi scheda film
Filmetto d'azione che gli autori hanno inspiegabilmente cercato di trasformare in kolossal. Povero il risultato nonostante l'idea di partenza non fosse disprezzabile. VOTO: 2½
Il titolo originale del film, e cioè "The Last Days of American Crime", offrirebbe il fianco a una lunga serie di versioni modificate allo scopo di insultare chi questa cosa l'ha pensata e realizzata. La più significativa potrebbe secondo me essere “The Last Days of American Cinema”.E non perché questo sia il peggior film della storia della settima arte, che ben di peggio ha visto nascere dal 1895 ad oggi. No, tale epitaffio gli sta a pennello perché conferma in maniera inconfutabile che dalle parti di Hollywood hanno ormai perso per completo la bussola, e non riescono più nemmeno a comprendere la differenza -leggendole- tra una sceneggiatura pulp buona per un b-movie senza pretese e uno script con i controcoglioni trasformabile in materiale leggendario. E già perché quella de “Il crimine ha i giorni contati” appartiene a pieno merito alla prima categoria, con personaggi appena abbozzati, qualche spunto gustoso ma parecchi buchi spaventosi. Un professionista del cinema ci avrebbe dovuto mettere 5 secondi netto a capirlo, e destinargli quindi i giusti (modesti) mezzi e un taglio 'sbarazzino' da 80 minuti. Invece no. Invece anche alla Mecca del cinema si naviga ormai a vista, e avranno quindi pensato che con un nome medio-importante come quello di Edgar Ramirez, una sosia di Uma Thurman e un minutaggio da kolossal ne sarebbe venuto fuori un filmone. Alla prova dei fatti qui di colossale c'è qui solo la noia per una storiella molto esile tirata troppo per le lunghe (150 minuti!). Altro punto a sfavore del film è l'eccesso di gore, punto recuperato però -nella mia personalissima scala di giudizio- dall'ottima colonna sonora rockeggiante. Dirige i lavori il francese Olivier Megaton, già autore in passato di vari sequels di “Transporter” e “Taken”.
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