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Il mondo è una prigione

Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film

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La recensione su Il mondo è una prigione

di mm40
4 stelle

Roma, 1943. I duri giorni del carcere di un gruppo di partigiani arrestati dai tedeschi.

 

Il romanzo che ha ispirato questa pellicola è l’omonimo Il mondo è una prigione di Guglielmo Petroni, uscito nel 1949; il crudo racconto autobiografico dei difficilissimi giorni di carcere nella Roma del 1943, occupata dai nazisti, è in realtà un’ottima occasione – come dimostra Romildo Craveri trasformando il testo in una sceneggiatura per la televisione – per dare vita a un quadro più complesso di quei convulsi giorni, tentando un approfondimento sociale. Dietro la macchina da presa c’è Vittorio Cottafavi, fra i massimi esperti di sceneggiati (così all’epoca venivano genericamente definiti) per il piccolo schermo; davanti troviamo invece interpreti di rilievo come Raoul Grassilli, Armando Biagetti, Romolo Costa, Daniele Tedeschi, Renato Mori, Massimo Righi e i giovani dal roseo futuro Glauco Onorato e Lando Buzzanca. Il risultato è quantomeno ordinato, compiuto, sebbene poco vivace e ancor meno memorabile in un periodo (specie per il regista emiliano) di trasposizioni sullo schermo di grandi classici. 4/10.

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