Regia di Vittorio Armentano vedi scheda film
Bagnanti stesi in spiaggia, dettagli di mani e volti che si rincorrono, didascalie di Joyce, effetti sonori in sottofondo.
“Attraverso le sabbie di tutto il mondo, trasformazione marina. Morte marina, la più mite di tutte le morti. La sua ombra si stende sulle vostre tracce. Voi trovate oscure le mie parole, l’oscurità è nelle vostre anime. Il dolore è lontano”. In queste parole di James Joyce – come conferma la didascalia in apertura di film – il giovane e coraggioso cineasta Vittorio Armentano trova l’ispirazione per girare questo cortometraggio, 11 minuti scarsi di durata composti nella loro totalità di brevissime sequenze di bagnanti in spiaggia: volti, mani, piedi, cappelli, un cane, un salvagente, la sterminata miriade di ombrelloni sulla sabbia. L’effetto stridente delle parole di Joyce con le immagini è poi amplificato dalla colonna sonora minimale-rumorista a cura di Egisto Macchi; da elogiare, come facilmente intuibile, sia il lavoro di Giulio Albonico coadiuvato da Nino Celeste che – soprattutto – il montaggio di Giuliana Bettoia. Armentano proseguirà la sua carriera licenziando opere improntate più al valore artistico ed estetico che alla spendibilità dei contenuti. 5,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta