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Regia di Anna Eriksson vedi scheda film

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La recensione su M

di alan smithee
2 stelle

Anna Eriksson

M (2018): Anna Eriksson

VENEZIA 75: SETTIMANA DELLA CRITICA

Eros e Thanatos: pulsioni di vita e di morte, di erotismo attraverso il contatto con la morte. La famosa, bionda ed avvenente cantante finlandese Anna Eriksson lascia da parte per un momento il mondo della musica per dedicarsi ad un nuovo stimolo rappresentativo, scegliendo il cinema della sperimentazione per parlarci di uno stretto connubio tra eros e morte.

Tra parchi di ville altamente fotogeniche, sinistre stanze/laboratorio ove si praticano perverse operazioni sottocutanee, una seducente femmina bionda si sottopone a torture e rappresentazioni di morte violenta dalle quali uno sguardo esterno possa trarne un adeguata forma di soddisfazione meramente sessuale.

scena

M (2018): scena

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M (2018): scena

Coreografie di morte con al centro la carne, nuda ed esibita con una certa ostentazione, spesso pure sezionata, con corpi di insetti morti inseriti in organismi viventi: falene nere sottopelle come una perversa oscura pratica per raggiungere l'estasi.

M infatti rappresenta coreografie sadiche di vita che cerca soddisfazione ultima attraverso la morte: un giochino interessante per qualche minuto, che si trasforma troppo presto in stucchevolezza proprio tentando la carta del thriller sofisticato ed anti-narrativo.

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M (2018): scena

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M (2018): scena

Le atmosfere, ricercatissime e molto studiate in ogni particolare, ricordano la complessità visiva delle ricostruzioni mirabili e vintage del cinema di genere della coppia Forzani/Cattet, ma in questo caso la mancanza di un qualsivoglia appiglio narrativo, infiacchisce irrimediabilmente il prodotto, inficiando le sorti di un esperimento velleitario che, qui più che mai, appare senza capo né coda.

Come a voler peccare, non senza una certa ingenuità di fondo, di una disarmante presunzione, volendo fare i Lynch, ma senza esserlo minimamente nemmeno di striscio. 

 

 

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