Espandi menu
cerca
Il colosso di Roma - Muzio Scevola

Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mm40

mm40

Iscritto dal 30 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 167
  • Post 16
  • Recensioni 10922
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il colosso di Roma - Muzio Scevola

di mm40
2 stelle

Arrivano gli etruschi guidati da Porsenna; il coraggioso Muzio Scevola si intrufola nel loro accampamento e cerca di ucciderlo. Gli va male, ma conquista la fiducia di Porsenna bruciandosi la mano destra, colpevole dell'attentato fallito, davanti a lui. Il re di Roma Tarquinio il superbo intanto fa imprigionare la promessa sposa di Muzio Scevola, scatenandone le ulteriori ire.

Il colosso di Roma, sottotitolo esplicativo al massimo: Muzio Scevola, è una delle tante pellicolette a base di antichi miti e leggende che fra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta venivano frettolosamente licenziate dal nostro cinema. Oddio, quella di Scevola è proprio Storia nel senso della parola con la maiuscola, ma è nota la maniera in cui questi lavorucci - e Il colosso di Roma non è certo esente da quest'uso - venivano ampiamente romanzati e abbelliti al fine di aumentarne il tasso di spettacolarità. Buoni sentimenti e combattimenti caratterizzano infatti la sceneggiatura di Remigio Del Grosso, tratta da un soggetto di Alberta Montanti; Ferroni era inoltre piuttosto esperto del filone, avendo appena girato Coriolano: eroe senza patria e altri peplum di simile fattura. Costumi e scene approssimativi, recitazione impostata su dialoghi tronfi di retorica, un grande (nel senso proprio dello spazio occupato, insomma grosso) protagonista - cioè l'americano Gordon Scott, e una serie di buoni/discreti volti di contorno, a partire da Massimo Serato e da Roldano Lupi, per citare ancora Gabriella Pallotta, Gabriele Antonini e Franco Fantasia. Per comprendere appieno la povertà di mezzi e di immaginazione con cui questo tipo di film veniva approntato, basti la scena della celeberrima mano bruciata: inquadratura fissa sul volto di Muzio Scevola, via via più preoccupato, scosso, dolorante, sudato; stacco su Porsenna che lo prende di peso e lo sposta dal braciere, taglio: Muzio Scevola con il braccio bendato. Un cartello "non avevamo soldi per gli effetti speciali, nè idea di come girare questa sequenza" sarebbe stato perlomeno più sincerto. 2,5/10.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati