Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Di Billy Wilder ci si può fidare, anche quando batte un terreno non propriamente suo. Non è tra i suoi capolavori, ma è certamente un bel film. Il regista è abile in particolare durante la parte del viaggio in aereo, nel quale il rischio noia era accovacciato alla porta. Ma lui ve lo tiene fuori, inframezzando alcuni flashback e rappresentando in modo molto efficace la solitudine e le difficoltà incontrate durante il volo dal pilota James Stewart (altro nome-garanzia). In particolare mi ha colpito la rappresentazione delle sue crisi di sonno, che risultano molto realistiche, specie a chi per lavoro deve sopportare a volte i micidiali assalti di Morfeo. L'attore sembra qui per davvero assalito da un sonno che può diventare assassino.
Benché il film narri una bella storia vera a lieto fine, il tono non è celebrativo o retorico, il che mi avrebbe dato fastidio. La pellicola mostra come un uomo, con impegno e la determinazione (e l'aiuto di San Cristoforo...), sia riuscito a tagliare quello che all'epoca era un traguardo per l'umanità, cioè la trasvolata dell'Atlantico. In molti momenti il tono è drammatico, con una discreta tensione.
Tuttavia il regista si concede anche alcuni indovinati sprazzi di umorismo e commedia, con la sua solita misura e intelligenza, come all'arrivo del protagonista nella fabbrica di aeroplani. Un fatto che ho notato è che Wilder rinuncia provvisoriamente alla sua cattiveria nella rappresentazione di certi personaggi e dei vizi umani. Forse qui la cosa avrebbe nuociuto agli intenti del film.
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