Nel panorama saturato delle serie crime, il ritorno di Dexter Morgan nella serie Dexter: Resurrection, su Paramount+ dall’11 luglio, non è solo una sorpresa narrativa. È un test psicologico, una sfida etica, un revival che riesce a rilanciare un personaggio che credevamo definitivamente sepolto, letteralmente. Dopo otto stagioni cult, una conclusione criticata e uno spin-off (Dexter: New Blood) che sembrava voler chiudere il cerchio, la serie Dexter: Resurrection fa l’impensabile: lo riporta in vita. Non con un colpo di scena qualsiasi, ma con una nuova visione più cupa, più ambiziosa e più ambigua che mai.

Michael C. Hall
Dexter: Resurrection (2025) Michael C. Hall

Dieci settimane dopo la morte

Quando lo avevamo lasciato, Dexter era steso a terra, colpito da suo figlio Harrison. Il messaggio era chiaro: la sua storia era finita. Ma la serie Dexter: Resurrection ribalta il tavolo: lo ritroviamo in coma, sopravvissuto. Ed è proprio qui che il racconto, con la regia lucida di Clyde Phillips (di nuovo al timone), prende la rincorsa. Risvegliatosi in ospedale, Dexter non pensa alla vendetta, alla fuga, né a coprire le sue tracce. Pensa a suo figlio. Dov’è? È vivo? Sta bene? Sono queste le prime domande che pone. Non è un eroe. Non è nemmeno un mostro classico. È qualcosa di molto più disturbante: un uomo che ama, ma a modo suo.

Padre, figlio e fantasmi

Il cuore tematico della serie Dexter: Resurrection è la trasmissione ereditaria della violenza. Harrison è sparito, presumibilmente a New York, e Dexter lo insegue: non per fermarlo, ma per capirlo. C’è una parte di lui che desidera ardentemente che il figlio segua le sue orme, e un’altra che ne è terrorizzata. È una dinamica padre-figlio che flirta col tragico e si allontana dalle soluzioni semplici.


A complicare il tutto, tornano figure chiave del passato come Arthur Mitchell (John Lithgow) e Miguel Prado (Jimmy Smits). Sono ombre, memorie, proiezioni: simboli delle scelte fatte e dei crimini che non si cancellano. E mentre la Miami dei primi anni lascia spazio alla claustrofobia verticale di una New York più grigia e minacciosa, Dexter scopre di non essere l’unico predatore in città.

Uma Thurman, Peter Dinklage
Dexter: Resurrection (2025) Uma Thurman, Peter Dinklage

Il Club dei Mostri

Al centro della nuova stagione c’è un’idea tanto geniale quanto disturbante: un raduno segreto di serial killer organizzato da un miliardario apparentemente filantropo, Leon Prater (un Peter Dinklage magnetico, ambiguo, perfetto). Questo club dell’orrore è il vero set della stagione. Ognuno dei partecipanti è un mostro con una firma.


Charley (Uma Thurman), ex forze speciali, ora regina della sicurezza, gestisce l’evento come fosse un galà per psicopatici. Tra questi troviamo: Al, “Rapunzel” (Eric Stonestreet), strangolatore allegro con fissazione per le trecce; Lowell, “Il Collezionista di Tatuaggi” (Neil Patrick Harris), chirurgo dai gusti decisamente macabri; Mia, “Lady Vendetta” (Krysten Ritter), sommelier e assassina compulsiva; e Gareth, “Il Killer dei Gemelli” (David Dastmalchian), assassino spettacolarizzato dai media.


Questa galleria di orrori mette in discussione il ruolo stesso di Dexter: è ancora un giustiziere con un codice morale? O è soltanto un killer tra i tanti, più lucido e organizzato ma non meno perverso?

Un protagonista sempre più umano (e sempre più inquietante)

Michael C. Hall indossa di nuovo i panni di Dexter con una naturalezza impressionante. La sua voce interiore – ironica, disillusa, cinica – è ancora una delle chiavi di volta della serie. È lì che vive la sottile comicità nera che rende tutto paradossalmente digeribile.


Ma la serie Dexter: Resurrection non punta più solo a divertire o a scioccare. Vuole scavare. Nell’anima di Dexter, nel passato che ritorna, nell’idea disturbante che la violenza possa essere genetica. E lo fa con una scrittura più consapevole, più introspettiva, e una tensione che cresce episodio dopo episodio.

Dexter non è più un enigma. È una condanna.

Quello che rende la serie Dexter: Resurrection davvero efficace non è il colpo di scena iniziale, né la presenza di volti noti e nuovi. È la capacità della serie di costringere lo spettatore a una continua ridefinizione morale. Dexter ci attrae, ci ripugna, ci fa ridere e ci lascia inquieti. E ogni volta che pensiamo di aver capito chi sia, la serie cambia le regole.


Dexter non si redime. E non si estingue.
Ma la domanda che incombe su ogni episodio è semplice e brutale: fino a quando potrà continuare a sfuggire a se stesso?

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Dexter: Resurrection

Dexter: Resurrection

Poliziesco - USA 2025 - durata 67’

Titolo originale: Dexter: Resurrection

Con Michael C. Hall, C.S. Lee, Marcos Siega, David Zayas, Erik King, JillMarie Lawrence

in streaming: su Paramount+ Paramount+ Amazon Channel Paramount Plus Apple TV Channel

locandina Dexter

Dexter

Giallo - USA 2006 - durata 55’

Titolo originale: Dexter

Con Michael C. Hall, Sarita Ospina, Adam J. Harrington, Luna Lauren Velez, J.J. Soria, Jennifer Carpenter

in streaming: su Netflix Paramount+ Netflix Basic Ads Paramount Plus Apple TV Channel

locandina Dexter: Original Sin

Dexter: Original Sin

Thriller - USA 2024 - durata 50’

Titolo originale: Dexter: Original Sin

Creato da: Clyde Phillips

Con Patrick Gibson, Michael Lehmann, Roby Attal, Xander Mateo, Jonathan Adams, Kathleen Rose Perkins

in streaming: su Paramount+ Paramount+ Amazon Channel Paramount Plus Apple TV Channel Amazon Video