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OUTCAST - Terrore dall'ignoto profondo
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Outcast non è una storia di esorcismi, è la storia di un'invasione. È questa l'idea di fondo che Robert Kirkman ha avuto, tanto nel fumetto quanto nella serie Tv, per dare una nuova prospettiva al tema delle possessioni demoniache ed è un'idea di un certo interesse. Non tanto per il fatto che i “demoni” forse non sono demoni e risultano quindi immuni a tutte le comuni pratiche di esorcismo basate sulla religione, quanto perché la persona posseduta può rivelarsi preferibile a quella non posseduta, a ricordarci che la capacità per il Male dell'uomo rimane ben più spaventosa di qualunque forza sovrannaturale.
Il tema è introdotto già nei primi episodi con il ritorno in città di Donnie dell'uomo (interpretato da Scott Porter) che anni prima aveva stuprato Megan, la sorella del protagonista Kyle Barnes. Egli si presenta infatti più tenace nel tormentare Megan e nel distruggere la sua famiglia di quanto non facciano i “demoni” una volta abituatisi al loro corpo. Questi ultimi sono capaci di continuare normalmente la loro vita e coltivare i loro affetti. Almeno in un caso la loro compagnia viene definita preferibile a quella della persona che li ha posseduti: Ogden racconta infatti allo sceriffo di come sua moglie, una volta posseduta, sia diventata una persona più interessante perché tutto per lei è come rigenerato, ogni cosa è nuova. Ogden arriva a dire di non rivolere indietro la vecchia compagna e di preferire quella posseduta: «È lei la persona che voglio avere al mio fianco quando mi sveglio al mattino».

Questa può essere archiviata come una perversione di Ogden, ma la serie propone un ulteriore caso ben più difficile da accantonare: Sidney, che al Reverendo dice di essere nientemeno che il Maligno, è una sorta di leader dei “demoni” ma per quanto possa essere machiavellico è indubitabilmente una persona migliore del serial killer pedofilo che ha posseduto. Tanto che quando viene avvicinato da un ragazzino e sente riemergere la precedente personalità decide di allontanare il giovane, anziché sfogare le terribili pulsioni di chi l'ha preceduto in quel corpo.

Se i “demoni” possono dunque essere anche persone migliori di quelle che hanno posseduto, questo non significa però che scelgano di esserlo, perché tra loro sono diversi e anche in disaccordo. Per esempio l'entità che ha posseduto il poliziotto interpretato da Lee Tergesen è decisamente raccapricciante, così come quella che ha distrutto la vita di una ragazza tanto da farla scappare di casa. D'altra parte la serie ci dice che questi “demoni” così distruttivi sono più o meno delle schegge impazzite, che non hanno avuto modo di far parte di una comunità di loro simili e quindi di integrarsi meglio. Infatti Sidney affida a una posseduta proprio l'incarico di gestire l'arrivo delle nuove entità, che nei loro primi giorni sulla Terra sono particolarmente distruttive. Questo non per una qualche loro natura malvagia, quando soprattutto la confusione e il dolore dell'arrivo sulla Terra, quando ogni sensazione (che sia una luce, un rumore o un tocco) causa loro una sofferenza soverchiante.

Il loro arrivo porta comunque a lungo andare all'annientamento del posseduto quindi non è privo di vittime e non è certo un'azione caritatevole, ma la sensazione è che queste entità siano in qualche modo costrette a giungere sulla Terra per sfuggire a un destino peggiore (che ancora non ci è stato rivelato). L'annientamento del posseduto è dal loro punto di vista una sorta di inevitabile danno collaterale. D'altra parte lo zelo con cui il predicatore interpretato da Philip Glenister decide di combattere quest'invasione assume sempre di più i toni di una cura peggiore del Male. Se una persona è posseduta da troppo tempo non c'è infatti modo di salvarla, dunque scacciare l'entità che la possiede significa per certi versi commettere un secondo omicidio. Inoltre nella sua foga maniacale per eliminare Sidney, il Reverendo si macchia di un crimine orrendo, a ricordarci ancora una volta che il Male più vero è quello reale e in particolare alberga nella guerra e nel fanatismo.

La rivisitazione del tema da parte di Kirkman ha infine un'ulteriore peculiarità: il Reietto, ossia l'Outcast che è protagonista della serie, non è come da tradizione l'angelo scacciato dal paradiso e precipitato all'inferno. Si tratta piuttosto di una forza salvifica, capace di possedere senza distruggere e dotata di un'energia che attira gli altri “demoni”, anche se li può annientare. Di Lucifero il Reietto ha dunque la caratteristica etimologica del portatore di Luce, ma la sua più che una caduta all'inferno è una sorta di ascensione alla sfera terrestre. È ancora troppo presto comunque per riflettere davvero sulla natura dei reietti visto che rimane anche a fine stagione assolutamente misteriosa, così come lo è nel fumetto ormai già superato dagli episodi della serie Tv (pur seguendo una strada rivelatasi via via sufficientemente diversa).
Quella di Outcast è dunque la tragedia di una coesistenza impossibile, perché troppo ricca di danni collaterali per non deflagrare in conflitto. In sostanza uno scontro di culture disperato, che fa da monito per quelli concreti ma non meno tragici che hanno luogo nel nostro mondo.


Qui i precedenti articoli della rubrica CoseSerie.

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