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Dizionario del turismo cinematografico: l'utopia di Crespi d'Adda
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Nel 2011 è uscito nelle sale italiane un film horror passato per lo più inosservato: Hypnosis. Diretto da Davide Tartarini e Simone Cerri Goldstein, il film pur partendo da alcune buone idee non riesce ad avere uno sviluppo convincente, lasciando in conclusione allo spettatore la sensazione di una occasione perduta.

La cosa forse più riuscita di questa pellicola è stata sicuramente la scelta della location, il villaggio di Crespi d'Adda, che nel 1995 è stato annoverato dall'UNESCO tra i siti patrimonio dell'umanità.

 

 

Fondato nel 1878 nel punto in cui il fiume Brembo confluisce nell'Adda, il villaggio fu creato dai Crespi, famiglia di imprenditori tessili, come residenza dei propri operai, perseguendo un'ideale utopico volto alla edificazione di una comunità ideale nella quale la classe lavoratrice potesse trovare soddisfatti i propri bisogni.

A parte l'ottica palesemente filantropica di questo progetto, che non può non far scaturire alcune considerazione amare sulla odierna miopia della classe imprenditrice volta a creare insediamenti industriali in paesi che permettono lo sfruttamento della manodopera a basso costo (ma qui entriamo in un discorso che ci porterebbe troppo lontano), la realizzazione finale presenta elementi di notevole interesse architettonico che rendono questo luogo meritevole di una visita.

 

 

Dal punto di vista cinematografico (che è poi quello che interessa in questa sede) non possiamo non riconoscere i giusti meriti ai due registi che hanno sfruttato questa location a fondo, trasformandola in un inquietante non-luogo dalle forti connotazioni gotiche.

In particolare vanno evidenziate le scene girate nel cimitero, dominato dall'imponente mausoleo della famiglia Crespi, un monumento dalle forme piramidali ornato di un suggestivo scalone, che domina le file ordinate delle croci poste a segnare le tombe degli operai.

 

 

Nelle mani dei registi si trasforma in un luogo molto suggestivo, un ambiente condizionato da un alone di malavagità e inquietudine.

In un paese come il nostro ricco di eccellenze artistiche e momumentali anche di epoche molto lontane, risuta straordinario alla fine il fatto che un luogo di edificazione così relativamente recente sia riuscito a ritagliarsi un posto di prestigio tra i beni culturali.

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