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Dizionario del Turismo Cinematografico: Greenwich Village
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Stavolta l’occhio cineturistico apre le porte al celebre quartiere newyorkese degli artisti, celebrato al cinema da Paul Mazursky con STOP A GREENWICH VILLAGE.

Info da Wikipedia:

Il Greenwich Village è un quartiere prevalentemente residenziale situato nella zona occidentale del centro (downtown) della "circoscrizione" (borough) di Manhattan, a New York. Il nome è spesso semplicemente abbreviato in “Village”.

Il quartiere, noto nell'Ottocento come “zona di Washington Square”, è approssimativamente delimitato dalla 14ª Strada (14th Street) a nord, da Houston Street a sud, dal fiume Hudson a ovest e dalla Broadway ad est.

I quartieri confinanti sono: a nord Chelsea, a sud SoHo e ad est l'East Village.

Talvolta si parla dell'East Village come parte integrante del Greenwich Village, ma per gli abitanti di Manhattan è più opportuno considerarli due quartieri separati.

Lo schema viario del Greenwich Village non coincide con il tipico reticolato di Manhattan poiché un tempo, il quartiere era un villaggio colonico separato dal resto della città. Un piano di riassetto urbanistico di New York sviluppato nel XIX secolo, consentì di lasciare inalterato il tracciato delle vie che rimasero disordinate rispetto alle altre zone (più strette, particolari curvature ecc.). Per di più le vie sono identificate con un nome, contrariamente alla diffusa abitudine cittadina di assegnare a esse un numero che le contraddistingua.

I primi insediamenti vennero stabiliti in un terreno paludoso. Dopo la bonifica dei coloni olandesi che intorno al 1630 adibirono a pascolo la zona (nota come Noortwyck), vi fu l’occupazione di Nuova Amsterdam da parte degli inglesi (1664) e il Greenwich Village iniziò il proprio sviluppo. Rimase però un villaggio rurale autonomo, senza essere fagocitato dalla vertiginosa crescita di Manhattan.

Un aumento della popolazione vi fu nel 1882, quando un’epidemia di febbre gialla spinse molti cittadini di New York a trasferirsi al Village che godeva di un’aria più salutare.

Il Village è famoso per la scena bohèmienne e la cultura alternativa di cui è stato teatro e che ha diffuso. Per tradizione è fucina di nuovi movimenti ed idee, a partire dalle avanguardie di inizio Novecento fino ai giorni nostri, grazie anche al tipo di gente che lo popola e frequenta.

Negli anni cinquanta la Beat Generation e il suo movimento avevano il proprio fulcro in questo quartiere dove si radunarono poeti, cantautori, scrittori, studenti, musicisti e artisti in fuga dalla società conformista. Essi gettarono le basi per il futuro movimento hippy degli anni sessanta. New York e il Village ispirarono le opere degli scrittori beat Jack Kerouac, Allen Ginsberg e William Burroughs. Nel 1969, in un locale gay del Village, lo Stonewall Inn, ebbe simbolicamente inizio il movimento di liberazione omosessuale.

Woody Allen, Andy Warhol, Bill Cosby, Joan Baez, Dave Van Ronk ,Paul Simon, Art Garfunkel, Joni Mitchell, Peter La Farge, Mark Spoelstra, Fred Neil, Phil Ochs, Frank Zappa, Barbra Streisand, Jessica Lange, Nina Simone, Lou Reed, Dustin Hoffman e Al Pacino sono solo alcune delle celebrità che hanno mosso i primi passi al Village tra gli anni cinquanta e settanta.

Qui si conobbero tre dei quattro membri dei Mamas and Papas, uno dei più famosi residenti del quartiere fu il cantautore Bob Dylan e si ritiene che la scena folk degli anni sessanta abbia avuto un grande sviluppo qui, per poi influenzarsi reciprocamente con il folk rock di San Francisco.

Tuttora il Greenwich Village si contraddistingue per essere il fulcro di quei movimenti culturali, artistici e sociali che contribuiscono a modificare la cultura statunitense, come il movimento omosessuale. Le più antiche librerie gay del mondo hanno sede proprio in questa zona, nella quale si trova anche quella Christopher Street che è stata al centro dei moti di Stonewall del 28 giugno 1969.

Il Parco di Washington Square (Washington Square Park) è il cuore pulsante del quartiere, sebbene ve ne siano altri minori. Quello noto come "The Cage" è importante per essere teatro di importanti tornei cittadini di streetball e per i suoi numerosi campi di pallacanestro e pallamano.

Il Village è anche la culla di una vivace scena artistica, tuttora in fermento, e luogo in cui si concentrano diversi teatri off-Broadway. Comici e jazzisti si alternano nei locali alla moda del quartiere.

Nel Village ogni anno si tiene la tradizionale parata di Halloween, il 31 ottobre, la più imponente in tutto il paese.

Il settimanale “The Village Voice” è uno dei tanti periodici pubblicati nel quartiere.

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