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CRONACA DI UN RADUNO ANNUNCIATO (parte prima)
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CRONACA DI UN RADUNO ANNUNCIATO (parte prima)

L’antro di quell’hotel mi inghiottì senza remora alcuna nei suoi cavernosi precordi. In quel momento, a costo di cadere in un luogo comune, mi sentii quasi come il grande Giona stipato dentro il ventre della fatidica balena. Ma provavo comunque un grande senso di protezione grazie alla compagnia del prode ROSARIO, colui che ormai consideravo in tutto e per tutto come un mio secondo fratello, peraltro incontrato fuori dell’hotel e riconosciuto al volo, come descritto nel mio precedente “Incontro”. Uomo unico al mondo che cento ne fa e mille ne pensa! “Tombeur de femmes” per antonomasia: qualsiasi parola da parte mia non sarà affatto sufficiente ad illustrarne le caratteristiche di altruismo, generosità e spirito di fratellanza, Ma per tornare a noi, cioè a me, che sono AQUILANT per chi non l’avesse ancora compreso, sarebbe bastata la presenza del prode e mite ULTIMO82 e dell’ultraseducente e conturbante YAILEM a tranquillizzarmi più del dovuto, visto e considerato che nonostante l’estrema lontananza dal territorio di mia giurisdizione, non mi dispiaceva affatto trovarmi nella terra del pariolini, razza oramai in via d’estinzione, ma che ancora continuava a far sentire i suoi ruggiti di quando in quando in questa landa tutt’altro che desolata, che risentiva profondamente del calore dell’amicizia e dello spirito di fratellanza che in quel momento aleggiava tra le pareti dell’hotel. Soltanto il tempo di una breve chiacchierata ed ecco che un altro mio fratellino si offrì aspettatamente alla vista, quel FEDEICO WINSLET che pur sapendo che non si sarebbe riappropriato della sua “r” mancante, non appariva per nulla preoccupato, anzi si mostrava più agguerrito che mai e deciso a trascorrere tre giorni formidabili in nostra compagnia. Se qualcuno non fosse al corrente della sua esistenza (potrà mai esistere un tale “desso”?), deciderebbe immancabilmente di inventarlo, ma dal momento che l’estro e la creatività non s’inventano, il mio fratellino minore rimarrà probabilmente un esemplare unico di cinefilo di razza nel suo genere e proprio per questo il suo valore sarà triplicato o quadruplicato a seconda della cadenza settimanale delle sue play e dei suoi commenti. Accanto a lui vidi sfilare MARIOLINAMAY, sua tenera e silente (ma non troppo) compagnia nel lungo percorso ferroviario da una brumosa e piovosa Viareggio fino al cuore della mia città metropolitana, avara di sole ma ricolma d’affetto. E compresi la reale identità della pazza pupazza che impazza sulla piazza, che non è altro che lei in carne ed ossa. Ma qualche parolina in più di tanto in tanto le gioverebbe e come, pur se il suo suadente sorriso fu per il momento più che sufficiente a rinfrancarci! E peraltro restai profondamente colpito dalla profonda personalità del Signore di CHARLUS (JACKSON), gentiluomo d’alto lignaggio e dalla ferrea cultura proustiana che di lì a pochi minuti si sarebbe offerto con cortese dignità alla nostra compagnia. Non passò inosservata ai miei occhi neppure la presenza di un CHILEX fresco di utenza, profondo conoscitore della cinematografia degli anni ’50, passato purtroppo come una meteora dalle parti dei Parioli, una sorta di stella cadente che ben presto si celò inopinatamente alla vista. Ma di lì a poco uno chock profondo mi avrebbe irrimediabilmente inviato al tappeto (metaforicamente parlando s’intende), alla vista dell’apparizione di una desaparecida da leggenda, l’avvolgente, sinuosa, leggiadra, dolcissima WALTZINGMATILDA, che col suo morbido e vellutato tocco femminile andava offrendo al nostro raduno un tocco d’intelligenza più unica che rara, una ragazza che sa quel che vuole e quel che vale e vuole e vale quel che sa, e sa benissimo d’altra parte di valere tanto argento (non nel senso di “Dario”) quanto pesa. (Peccato che l’Hotel Regent fosse completamente sprovvisto di bilance, altrimenti ce la saremmo già accaparrata con la forza). Cos’altro dire di lei? Altro che Antonella Clerici! Matilda si che saprebbe come pilotare gli “Affari tuoi” alla conquista dell’audience, pur essendosi dovuta accontentare per il momento di pilotare con sagacia ed intelligenza gli sparuti residui notturni della comitiva “rosariana” alla récerche della “discoteca perduta” nei meandri della Roma bene, restando orfana per una notte dei suoi beneamati centri sociali (ma per fortuna che c’è lo “smart” Riccardo, anzi Fedeico che avrebbe provveduto ad assecondarla il dì seguente!). E come se non bastasse un altro grande, il mitico VIDEODROME si parò di lì a poco al comune cospetto. Definirlo semplicemente “rocchettaro” sarebbe estremamente riduttivo: la sua personalità profondamente carismatica sfugge ad ogni definizione possibile ed immaginabile: egli è in quanto tale, ed in quanto tale è la persona che tutti vorrebbero per amico, anche a pagamento se possibile, ben sapendo che sarebbero adeguatamente ripagati: un amico, si sa, vale un tesoro ed un tesoro fa gola a tutti, o no? E proprio per questo motivo mi accaparrai immediatamente la sua preziosissima amicizia oltre a quella dell’immenso ROTOTOM! L’avete mai visto guidare: egli è davvero eccezionale: proverbiale la calma con la quale riesce ad affrontare, in compagnia della sua fedele e simpaticissima “PICCOLINA”, già immortalata in una play che sa di leggenda, e degli incomodi Videodrome, Mariolinamay ed Aquilant, i meandri “junglosi” di una Roma perfida anzi cattivissima, che si ostina con sarcastico cinismo a celare alla sua vista, con la complicità del mago Atlante rinato a nuova vita, i subdoli e sinistri pinnacoli della stazione Termini. Ma il grande “Roto”, si sa poi che la calma è la virtù dei forti, è davvero eccezionale, ed i vari Orlando, Rinaldo e Rodomonte gli fanno un baffo! Uno solo è il suo motto: “Io sol combatterò, procomberò sol io!” un applauso a scena aperta dunque ad un personaggio più raro che unico, laddove Modena incontra simbolicamente Roma in un unico anelito per la serie: Grande, Grande, Grande!

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