Regia di Luciano Emmer vedi scheda film
Michelangelo raccontato dalle sue stesse parole e dalle sue stesse opere.
Per quanto Luciano Emmer fosse attivo come regista da ormai un quarto di secolo (i suoi primi lavori risalgono al 1941) e per quanto avesse prodotto oramai decine e decine di cortometraggi, specializzandosi nel documentario d'arte, nel 1966 con La sublime fatica il Nostro riesce a fornire uno sguardo originale su uno dei più noti (e quindi discussi) artisti italiani: Michelangelo Buonarroti. L'espediente è semplice, ma alquanto intelligente: affidare alle riprese una carrellata sulle sculture e i dipinti di Michelangelo, mentre la voce del narratore esterno ripercorre lo stile dell'artista toscano nelle sue stesse dichiarazioni, prese dai suoi scritti. Qualcosa di simile alle ricostruzioni biografiche che contemporaneamente Roberto Rossellini aveva cominciato a girare, se si vuole; qui però siamo di fronte a una pellicola di brevissima durata, undici minuti appena, nella quale il protagonista compare solamente tramite le sue creazioni figurative. Secondo alcune voci, Emmer cominciò il lavoro su commissione della 20th century fox, che voleva preparare al meglio le riprese de Il tormento e l'estasi (Carol Reed, 1965), nel quale Michelangelo è interpretato da Charlton Heston; annullato il contratto dagli americani, l'italiano ha ripiegato su questo mini-documentario. Ben fatto. 6/10.
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