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Pioggia di ricordi

Regia di Isao Takahata vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Pioggia di ricordi

di AndreaVenuti
9 stelle

Pioggia di ricordi è un film d'animazione giapponese del 1991; scritto e diretto da Isao Takahata (prodotto dallo Studio Ghibli) è tratto dall'omonimo manga di Hotaru Okamoto e Yuko Tone.

 

Sinossi: Taeko è un office lady di ventisette anni che vive nella moderna e caotica Tokyo dei primi anni Ottanta; durante la partenza per le vacanze estive la ragazza inizia a rievocare particolari momenti della sua infanzia, nello specifico l'anno 1967 quando frequentava la quinta elementare.

Questo tuffo inaspettato nel passato le servirà per riprendersi in mano la sua vita e capire cosa sia realmente importante...

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Pioggia di ricordi (1991): scena

Tassello fondamentale della filmografia di Takahata Pioggia di ricordi è un capolavoro immenso dove immagini sublimi e spirito socio-politico si fondono armonicamente, regalando allo spettatore un'esperienza cinematografia purissima ed ingegnosa.

Il film ad un primo livello di lettura si pone come un trattato psicologico sull'infanzia, attraverso il quale è possibile ritrovare se stessi e compiere il definitivo passaggio all'età adulta ma sotto questo strato principale il maestro Takahata riesce a tessere svariati e complessi argomenti (come vredremo a breve) congeniali al tema principale.

 

Pioggia di ricordi propone anche un netto confronto/scontro tra vità di città e campagna. 

Tokyo tra comfort e benessere apparente è in realtà, secondo il pensiero dell'autore, un luogo inospitale per l'individuo sommerso da responsabilità lavorative, al contrario la vita di campagnia contraddistinta da atmosfere sognanti e bucoliche garantisce tranquillità e quieto vivere; l'amore di Takahata per la natura è ben noto ed in questo film emerge chiaramente grazie ad immagini di rara bellezza naturalistica.

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Pioggia di ricordi (1991): scena

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Pioggia di ricordi (1991): scena

Fondamentali i lunghi flashback di Taeko bambina, innovativi sia per stile tecnico sia per metodo di narrazione a tal punto che sembrano rievocare, almeno negli intenti "ideologici", il cinema neorealista con Takahata che privilegia un certo immobilismo focalizzandosi su personaggi e situazioni di poca rilevanza, almeno superficialmente.

 

Molto interessante la riunione di classe tra i bimbi della quinta elementare frequentata da Taeko dove si discute dello spreco di cibo chiamando in casua la drammatica situazione in Vietnam; discorsi e parallelismi seri ma non dimentichiamoci che i soggetti in scena sono pur sempre dei bambini, quindi la discussione in un battito di ciglia si trasforma in un tafferuglio.

Discorso analogo anche per la questione del ciclio, una vera e propria scoperta sia per le femminucce sia per i maschietti, il tutto trattato con una delicatezza ed un pizzico di ironia indescrivibili.

Takahata è stato in grado di rappresentare tutte le sfumature dell'infanzia compresa una certa cattiveria inconscia.

 

Sempre attraverso i flashback Takahata propone ulteriori spunti di rilievo tra cui il complicato rapporto padri/figli; il padre di Taeko è il classico patriarca abbastanza assente, un po' autoritario e dalla mentalità antiquata a tal punto da non condividere la passione della figlia per il teatro; di tutta risposta la protagonista una volta cresciuta in segno di sfida frequenterà corsi di recitazione (emerge uno spirito libero dei soggetti femminili, tipici dello Studio Ghibli)

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Pioggia di ricordi (1991): scena

In precedenza, sempre in riferimento al passato, si parlava di stile tecnico originale ed infatti i ricordi della protagonista sono molto stilizzati, quasi sbiaditi (specchio della memoria); a tratti si presentano come tavolozze disegnate a mano con fondali assenti   nettamente contrastanti con la grafica iperrealista e ricca di dettagli del presente, a sua volta però differente nei colori tra città (freddi) e campagna (esplosione di vitalità).

Tuttavia nonostante uno stile minimalista (passato) la visionarietà di Takahata e per estensione del Ghibli non ha confini, dunque una delicata e realistica sequenza che ci mostra una prima fase dell'innamoramento della piccola Taeko si trasforma in una dolce scena onirica e surreale con la bimba in piena ebra d'amore che cammina verso il cielo fino a volare per poi ritrovarsi nel suo lettino con il pigiama

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Pioggia di ricordi (1991): scena

Altrettanto interessante il presente, non soltanto per merito delle sublimi immagini naturaliste; Takahata anche in questo caso inserisce spunti socio-politici audaci: dalla scellerata urbanizzazione di Tokyo (tematica centrale in Pom Poko //www.filmtv.it/film/43971/pom-poko/recensioni/961489/#rfrfilm-43971), «Tokyo non sembra più abitabile per le persone, è piena di macchine e grattacieli» così dice un personaggio, passando per la crisi del settore agricolo riflesso della crisi economica del Giappone di inizio anni Novanta.

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Pioggia di ricordi (1991): scena

Arrivati a questo punto impossibile non menzionare l'eccelsa colonna sonora di Katsu Hoshi, composta da una serie di brani etnici ungheresi, rumeni e dulsis in fundo una canzone folk/popolare italiana (Italie Eternelle-STORNELLI) alternati da canzoni classiche giapponesi dei primi anni Sessanta.

 

Pioggia di ricordi è una visione obbligatoria per tutti, in grado di annientare qualsiasi distinzione tra cinema d'animazione e film dal vero.

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