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Pom Poko

Regia di Isao Takahata vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Pom Poko

di AndreaVenuti
9 stelle

Pom Poko è un film d'animazione giapponese del 1994, prodotto dallo Studio Ghibli e scritto e diretto da Isao Takahata.

Takahata partendo da un'idea di Hayao Miyazaki, ha preso spunto da un racconto di Kenji Miyazawa del 1918 ossia Futago no hoshi (le stelle gemelle) per dare vita (oltre due anni di lavoro) ad un progetto ambizioso, innovativo ed incredibilmente politico.

Numerosi sono i premi vinti, oltre ad un ottimo riscontro di pubblico in patria, tra cui il prestigioso premio al Festival di Annecy oppure il premio speciale al Japan Academy Award.

 

Sinossi; Primi anni novanta, i vari Tanuki (una specie di cani-procioni) della collina di Toma (nei pressi di Tokyo) sono disperati poichè a causa del folle progetto di urbanizzazione denominato Tama New Town, la loro collina nonchè habitat naturale sta scomparendo inesorabilmente; i simpatici animaletti faranno di tutto per rivendicare il loro diritto alla vita...

locandina

Pom Poko (1994): locandina

Pom Poko è un'opera d'arte multiforme e stratificata che rispecchia in pieno sia lo spirito socio-politico di Takahata sia l'attacamento e l'amore del suddetto autore ad una serie di tradizioni e realtà che ormai sono scomparse inesorabilmente per far fronte ad un forzato stile di vita occidentale.

 

Il film già dai primi minuti racchiude l'incredibile complessità di linguaggio contenutistico e stilistico, ma Takahata ricorrendo anche ad alcuni escamotage, come la duplice voice-over (ci ritorneremo dopo), è riuscito a rendere comprensibile una mole di lavoro assolutamente non indifferente, ma andiamo con ordine:

Pom Poko inzia con una splendida carrellata orizzontale da destra verso sinistra che ci mostra la bellezza delle colline di Toma abitate da simpatici animaletti come i Tanuki; subito dopo ci viene comunicato come queste terre idilliache stiano per scomparire a causa di un progetto urbanistico che punta a trasfromare il territorio in una zona residenziale; i vari Tanuki sconvolti da tutto ciò, inizialmente si dividono in piccole fazioni per conquistare il poco territorio/cibo rimasto e giungeranno ad un'epica battaglia magistralmente diretta con tanto di montaggio alternato stile Nascita di una Nazione di David W. Griffith ma una volta raggiunto il climax il tutto si trasformerà in una divertente scazzotatta il salsa slapstick, tuttavia questa verve comica verrà presto alternata a momenti drammatici.

scena

Pom Poko (1994): scena

Il fulcro del film rimane comunque il feroce attacco di Takahata allo scellerato sviluppo urbano iniziato a partire dai primi anni Sessanta; un'urbanizzazione senza precedenti e per nulla sostenibile, che ha visto non soltato scomparire tantissimi spazi verdi ma addirittura modificare sensibilmente zone montuose come appunto il disboscamento e la cementificazione della collina di Tama.

 

Takahata inoltre  attraverso il Tanuki eversivo Gonta rappresenta le lotte sindacali al quale lo stesso regista partecipò in gioventù, sequenze in cui emerge la delusione dell'autore per il fallimento di quel movimento il tutto simboleggiato dallo scontro tra gli agenti antisommossa e Gonta, con quest'ultimo che perde impietosamente la vita.

A tal proposito malinconico il finale del film, altamente riflessivo poichè di fronte all'avidità del progresso sfrenato (il regista accenna anche a corruzione politica ed a speculazione edilizia) sono i più deboli a rimetterci in quanto destinati a soccombere oppure provare faticosamente ad adattarsi sacrificando tutto e tutti (i Tanuki sopravvissuti sono costretti a vivere con gli umani utilizzando la tecnica del trasformismo).

Lodevole e significativo il gesto meta-cinemtaografico conclusivo ed estremo dove un Tanuki rivolgendosi verso la macchina da presa chiede a noi spettatori di ridurre questa folle urbanizzazione per rispetto della natura e degli animali.

scena

Pom Poko (1994): scena

Pom Poko inoltre si contraddistingue poichè Takahata è riuscito a fondere realismo (il suo marchio di fabbrica), documentario etnografico e soprattutto poesia immaginifica in cui esalta la ricca tradizione folkloristica locale come testimoniato dalla magniloquenza sequenza della parata degli spettri (organizzata dai tre patriarchi Tanuki) che invade le strade di un anomalo centro abitato; qui il regista attraverso un'infinità di figure appartenenti alla millenaria storia della cultura giapponese ripercorre incubi e sogni del suo amato Giappone.

Nel corso del film troveremo altre sequezne alquanto caratteristiche e stravaganti, pensiamo alla presentazione dei tre patriarchi che fanno il loro ingresso in scena in maniera bizzarra e molto pop, oppure alla sequenza in cui alcuni Tanuki ingannano e sottraggono una grossa somma di denaro ad un impreditore scorretto, qui invece il regista ricorre ad uno stile quasi onirico e psichedelico.

scena

Pom Poko (1994): scena

scena

Pom Poko (1994): scena

scena

Pom Poko (1994): scena

Ottimo ed eccelso anche l'apparato tecnico stilistio; come appena detto le parti "fantastiche" sono meravigliose, discorso analogo sia per la rappresentazione del paesaggio (ogni immagine sembra un quadro pittorico naruralistico in movimento) sia il character design del compianto Yoshifumi Kondo che propone ben tre livelli di rappresentazione dei Tanuki:

-estremamente realistici

-animali antropomorfi

-trasformati in altri esseri/oggetti (sprattutto umani).

 

Interessante anche il duplice utilizzo della voice-over, da una parte affidata ad un classico narratore esterno molto loquace oppure in alcuni frangenti sono gli stessi Tanuki a racontarci degli avvenimenti significativi, il tutto con una parlata molto originale ed infatti sono doppiati da famosi attori di Rakugo, un'antica forma di teatro comico giapponese.

scena

Pom Poko (1994): scena

Capolavoro intramontabile, da vedere e rivedere.

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