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Eat Your Bones

Regia di Jean-Charles Hue vedi scheda film

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La recensione su Eat Your Bones

di alan smithee
6 stelle

locandina

Eat Your Bones (2014): locandina

 

CANNES 2014 - QUINZAINE DES REALISATEURS

MANGE TES MORTS di Jean-Charles Hue è il film col quale il regista torna (ma per me e per molti altri si tratta di una prima conoscenza) a mettere in scena le gesta scellerate e singolari di una famiglia appartenente ad un gruppo di nomadi detti “i viaggiatori”: non zingari, ma un popolo senza una fissa dimora che vive in roulotte nel nord della Francia e parla un francese imbastardito veloce e quasi incomprensibile. Ritroviamo, in quanto già al centro del film d'esordio del regista, un ragazzino quindicenne che, approfittando dell'uscita dal carcere di suo fratello, viene indotto da questo a iniziarsi alla vita dei colpi delittuosi e delle rapine: non tanto di soldi, ma di materie prime, rame in questo caso, che sottraggono per rivendere al mercato nero.

 

scena

Eat Your Bones (2014): scena

 

Peccato che il colpo, organizzato con l'aiuto di un terzo fratello ed un cugino, non vada secondo quanto programmato (seppur approssimativamente), e tutto si risolva in una corsa forsennata con la polizia alle calcagna. Forte di uno slang dinamico e velocissimo, di caratteri focosi e maneschi che spingono i quattro individui affrontarsi anche violentemente, soprattutto quando la situazione degenera in un imprevisto dietro l'altro, Eat Your Bones è un cinema verità con alcuni pregi e non esente da difetti: un cast che già appena sale sul palco capisci essere formato da attori che recitano se stessi: attori della vita, da cui traspira dunque autenticità massima; ma anche limitatezza di espressione e certe forzature proprie di chi si impegna a recitare, ma tradisce una pedissequa ripetizione di una lezione imparata a memoria ed imposta da un copione.

 

scena

Eat Your Bones (2014): scena

 

Forte di momenti di tensione ed inseguimento girati con gran ritmo, ed inquadrature su scorci naturali fotografati da un colore pastoso e quasi sanguigno come il carattere dell'esagitato e pingue capo squadra, l'opera seconda di Hue si apprezza per la schiettezza quasi documentaristica di certe situazioni, a cui si alternano momenti d'azione in cui realismo e finzione si fondono in un ibrido piuttosto singolare, magari a tratti fastidioso, ma pur interessante.

 

 

Eat your bones: il cast sul palco del Theatre Croisette

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