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Pane e libertà

Regia di Alberto Negrin vedi scheda film

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La recensione su Pane e libertà

di mm40
4 stelle

Vita e opere di Giuseppe Di Vittorio, contadino del sud diventato il primo sindacalista italiano, politico antifascista e primo segretario della CGIL nel dopoguerra.

 

Due puntate da cento minuti ciascuna, il solito minestrone allungato di mamma Rai; dati i tempi che corrono, pur di ricordare in qualche modo la figura del sindacalista e politico Giuseppe Di Vittorio, a poco più di cinquant'anni della sua scomparsa, tanto basti. Pierfrancesco Favino come protagonista è valido, anche se a livello espressivo non è granchè differente dal Gino Bartali interpretato nell'omonima fiction un paio di anni prima, sempre per la regia di Alberto Negrin. Quest'ultimo, fra i migliori registi di film televisivi, qui si occupa anche della sceneggiatura insieme a Gualtiero Rosella e a Pietro Calderoni. Il racconto della vita di Di Vittorio è sufficientemente romanzato per concedere quel qualcosina di emotivo in più al pubblico, ma comunque attendibile; la confezione fa allo stesso modo i conti con la sua destinazione catodica e, entro questi limitatissimi limiti, non è neppure malaccio. Altri attori impiegati: Massimo Wertmuller, Francesco Salvi, Raffaella Rea, Giovani Esposito e Vittorio Amandola. Interessante l'idea di disseminare qua e là immagini e brevi filmati d'epoca. I lavori di Negrin si contraddistinguono spesso per un sottofondo civile non indifferente: anche in questo caso il regista centra il bersaglio. Musiche di Ennio Morricone. 4/10.

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