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La morte va a braccetto con le vergini

Regia di Peter Sasdy vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La morte va a braccetto con le vergini

di Lina
8 stelle

Voto 7.5 - Adattamento cinematografico della Hammer questa volta basato sulla leggendaria storia della contessa Erzsébet Báthory che non ha nulla a che vedere con Dracula, anche se sembrerebbe di sì. E' lo stesso titolo originale del film, (Contessa Dracula), a portare a pensare che il soggetto principale sia il vampirismo, invece, il titolo italiano, per quanto fatuo, è meno ingannevole. In questo caso infatti, la contessa non è una vampira e l'unico dono soprannaturale che veramente possiede, è quello di riuscire a ringiovanire grazie alla periodica applicazione di sangue di donne vergini sulla propria pelle. Perciò la trama si incentra tutta su questa sua fissazione derivante principalmente da due fattori: una profonda vanità che la fa sentire felice al pensiero di poter sembrare giovane per sempre e l'amore che sente per il bel tenente Imre Toth al quale per un po' di tempo, riesce a far credere di essere la propria figlia Ilona che in realtà ha fatto imprigionare. Solitamente, la contessa incarica la sua guardia più fidata (della quale è anche amante) di procurargli delle vergini da sacrificare, ma in questo caso, la storia, più che approfondire i dettagli cruenti, approfondisce quelli sentimentali. Dedica quindi maggiore spazio ed attenzione all'erotico ménage à trois fra la contessa, la sua guardia ed il tenente Toth. Il destino comunque vuole che alla fine, proprio durante la sua cerimonia nuziale col tenente, l'effetto del sangue svanisca facendola tornare vecchia e brutta sotto gli occhi del prete e di tutti gli invitati. Erzsébet è così risentita dell'incidente, che fuori di sè, ad un certo punto sembra disposta perfino ad uccidere ed utilizzare il sangue della sua illibata figlia presente al rito quel giorno, pur di riacquisire immediatamente delle sembianze giovanili, ma naturalmente non le viene permesso e alla fine viene imprigionata con la grave accusa di stregoneria.

Sicuramente il film è coinvolgente, ben fatto e ben interpretato, ha un sapore antico molto suggestivo, delle belle ambientazioni, bei costumi ed una sceneggiatura elegante in ogni sua peculiarità che non punta su un impatto visivo impressionante o disgustoso o su elementi quali tensione e squarciamenti, ma punta molto sulla psicologia dei protagonisti principali enfatizzandone desideri, manie ed insicurezze. I suoi significati allegorici, ricordano molto quelli di Dorian Gray di Oscar Wilde. Un film che dunque i cultori del genere non potranno perdersi.

 

Ingrid Pitt

 

Perfetta ed intensa.

 

Nigel Green

 

Ottimo.

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