1918. Zelinda è una bambina contadina orfana di madre, mentre il padre è dovuto partire per la guerra. È costretta a smettere l'infanzia per occuparsi della casa, dei fratelli, della stalla e delle bestie. Un giorno Zelinda torna ad avere una madre e un padre: alla fiera del paese la bambina si stringe al babbo e spalanca gli occhi per far posto a tutte le cose che gli si parano davanti. Vere o immaginate che fossero, Zelinda quelle cose ormai le ha viste e si è fatta una sua idea di come gira il mondo.
1943. Assunta è una bambina contadina che sta in equilibrio su una gamba. Ma appena ne ha la possibilità, Assunta si cuce un vestito colorato, fa un saltello et voilà: la guerra era tutto uno scherzo.
1978. Icaro è un bambino contadino che gira a vuoto su se stesso. È stato sognato tanti anni prima e deve fare quello che sua madre e sua nonna non hanno potuto fare.
Un sogno lungo un secolo, o quasi: tre generazioni contadine che si contorcono e si trasformano davanti ai nostri occhi nell’ultimo film di Simone Massi, il primo lungometraggio, Invelle - che vuol dire “da nessuna parte”. È l’ultima parola pronunciata dal piccolo Icaro alla fine del film, su un nero in cui riverbera il turbinio di suoni e di schizzi dell’ora… leggi tutto
La Mostra del Cinema di Venezia numero 80 è arrivata al termine. Sono stati anche quest' anno undici giorni e mezzo di intensa dedizione al cinema e… segue
FESTIVAL DI VENEZIA 80 - ORIZZONTI
"-Dove sei stato? -Invelle"
Zelinda nel 1918, Assunta nel 1943 e Icaro nel 1978: tre infanzie contadine per raccontare tre quarti di '900 italiano da parte dell'apprezzato disegnatore Simone Massi e la sua equipe.
Il Belpaese tratteggiato - è proprio il caso di utilizzare questo termine - attraverso due devastanti guerre e gli anni del terrorismo…
Un sogno lungo un secolo, o quasi: tre generazioni contadine che si contorcono e si trasformano davanti ai nostri occhi nell’ultimo film di Simone Massi, il primo lungometraggio, Invelle - che vuol dire “da nessuna parte”. È l’ultima parola pronunciata dal piccolo Icaro alla fine del film, su un nero in cui riverbera il turbinio di suoni e di schizzi dell’ora…
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