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Il cosmo sul comò

Regia di Marcello Cesena vedi scheda film

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stanley kubrick

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il cosmo sul comò

di stanley kubrick
4 stelle

Film a episodi senza un senso logico, senza connessioni cronologiche, insomma, senza una successione degli eventi. 4 storie diverse ma che hanno tutte come protagonista il trio Aldo, Giovanni e Giacomo, e sullo sfondo una specie di prologo in mezzo alle montagne. Che dire, non è il film più felice dei comici milanesi, anzi forse è il peggiore. La sceneggiatura è a livelli infimi, la recitazione è da buttare via e le battute sono ormai risapute, usate persino a partire dal primo film Tre Uomini E Una Gamba, che ha segnato l'esordio sul grande schermo dei comici in questione.
Prologo
La neve è la vera protagonista del mini scketch (non) comico che apre il sipario. Giovanni è un maestro di vita cieco, che vive vicino a una montagna nei pressi (sembrerebbe) dell'Everest. Aldo e Giacomo sono i suoi allievi, che devono imparare la filosofia di vita e tutte le belle cose che ci circondano. L'albero dietro di loro viene inteso come sinonimo di protezione, un the tree of life nuovo e limpido, oppure sradicato come i suoi rami, spoglio dato che è inverno. La storia in questione verrà ripresa a intervalli regolari dopo e durante le 4 ministorie. Il sacro gong della salvezza è il cantastorie, un giullare in mezzo a una corte (gli spettatori), dove quest'ultima è ansiosa di sapere quali meravigliose storie ci racconterà. Ma è solo un pretesto per accapponare soldi al botteghino.
Milano beach
Primo episodio dei quattro, è forse quello più felice e divertente, ma comunque sempre a livelli bassi. Tre famiglie (una di ognuno dei tre comici) amiche che stanno per andare in vacanza al mare tutti insieme. Lo scenario è la Milano desolata del 3 giugno, dove la maggior parte degli abitanti sono a godersi il sole della spiaggia oppure appartati in un hotel in mezzo alle montagne. C'è Giovanni con i capelli rossi, il perfezionista della situazione, c'è Aldo con la sua capa pelata e lucida, l'isterico e il tirchio e infine c'è Giacomo, tranquillo eppure con una moglie che è un vulcano attivo. I mariti in questo caso si contrappongono alle mogli, i primi vogliono andare al mare mentre le seconde, appoggiati anche da figli e figlie, vogliono andare in montagna oppure restare a Milano. Il personaggio più divertente è sicuramente la suocera di Aldo, che con le sue vampate provoca sorrisi e niente di più agli spettatori. Gli uomini continuano a non capire il valore della vita e le donne ne approfittano, colazione in mezzo al prato e, successivamente, vacanza in quel di San Siro. Dopo questa partenza si poteva presumere che era un buon film, ma purtroppo, negli episodi successivi, l'interesse cala vertiginosamente a causa della mancanza di risate o di un minimo di tensione narrativa.
L'autobus del peccato
Episodio inverosimile, ai limiti del surreale e dell'onirico, passando anche per il trascendentale. Una piccola chiesa è il punto di ricongiungimento dei soliti tre protagonisti. Giovanni aiuta Giacomo, il prete della chiesa, con i conti e le offerte, mentre Aldo si dedica a dar da mangiare ai pesci oppure a dare una mano a chi in paese ne ha bisogno. Brutto, stavolta si tocca quasi il fondo (c'è di peggio, credetemi). Non c'è trama, non c'è un senso logico, non c'è niente di niente. Vagamente gangsteristico, anche per il fatto della valigietta piena di soldi trovata da Aldo, nel corso di un inseguimento di macchine della polizia su rapinatori. Anche qui non si capisce il perchè della totale inespressività dei tre, non si capisce perchè un uomo continua a confessarsi perchè ha un tormento che non vuole andare via, non si capisce il finale, anzi, non si capisce niente. Nemmeno come uno sfigato come Aldo possa fidanzarsi con una bella ragazza quale Isabella Ragonese. Insomma, un episodio da buttare via.
Falsi prigionieri
Credo che nella mia vita cinematografica non abbia mai visto uno scketch più insulso di questo. Vagamente ispirato a Harry Potter per il fatto dei quadri parlanti e dei passaggi segreti, questo scrauso episodio narra le peripezie dei tre quadri del trio "comico" insieme a Napoleone Bonaparte (?), La Dama Con L'Ermellino e altri quadri raffigurante gente famosa oppure già esistenti. Senza capo nè coda, l'episodio più brutto dell'intero film e dell'intera carriera cinematografica e televisiva di Aldo, Giovanni e Giacomo. Non strappa nemmeno una risata, girato con la lingua e scritto veramente da cani (oltre alla solita recitazione). Da buttare dritto nel cesso, anche per il finale veramente orribile in tutti i sensi e per l'"inventiva" dei quadri che stanno in equilibrio. Argh!!
Temperatura basale
Stavolta, il vero protagonista è Giacomo mentre gli altri due sono soltanto comprimari. Stavolta si affronta l'argomento della nascita del proprio figlio. Giacomo e sua moglie, infatti, hanno assistito a tutti i figli fatti dai loro amici (Aldo e Giovanni), provano invidia perchè loro non riescono ad averlo. Sicuramente migliore del secondo e del terzo, questo quarto episodio affronta tematiche difficili. La temperatura basale è quella che va provata per capire quali sono i momenti che c'è possibilità che un rapporto sessuale può portare alla nascita di un figlio. Più divertente rispetto agli altri, specialmente per la scena con la Finocchiaro, unico vero scketch che veramente fa ridere lo spettatore a crepapelle, anche se ci sono volgarità gratuite. Finale strano, che fa capire al sistema che si può avere figli anche trovandoli dentro un cassonetto della spazzatura.
Epilogo
Per chiudere il sipario, il trio non s'inventa niente di che, semplicemente facendo ritornare i tre in mezzo alla montagna. Credo comunque che ci sia un nesso logico con le altre quattro storie. Il senso della vita, forse. Lo cercano i tre del primo episodio per far capire alle moglie che il mare è meglio della montagna, lo cerca il motociclista Giovanni del secondo episodio quando ritorna in sella alla sua moto, lo cercano i quadri nel terzo episodio, lo cercano Giacomo e la moglie nel quarto episodio. In conclusione un film stanco, dove però i tre si riprenderanno in un certo senso con il loro film seguente. Adatto soltanto a chi davvero non può fare a meno del trio comico milanese, che tanto comico in questo compendio di scketch non mi è sembrato.

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