La recensione su Home of the Brave

di Gioccik

6 stelle

Discreto film non di guerra ma sulle sue conseguenze.

Un gruppo di soldati americani di ritorno dall’Iraq viene congedato, ma il ritorno a casa non appare in realtà così sereno.

Ne “La casa degli eroi” una casa non c’è o meglio i quattro reduci non la trovano più, il reinserimento nel contesto da cui provenivano risulta difficile.

I quattro sono un medico militare che si da all’alcool interpretato da Samuel L. Jackson, una donna che ha perso una parte del braccio, Jessica Biel, un soldato con lesioni alla schiena, un altro che ha perso il suo migliore amico in un attentato.

La parte più significativa è quella di S.Jackson a cui viene dato più spazio nel raccontare quello che ha visto e che prova, il disagio ed il conflitto con il figlio che ovviamente come tutti è contrario alla guerra ma che non ne ha mai vissuta una sulla propria pelle.

Jessica Beal invece è una madre single che mostra diffidenza verso gli altri come se non l’accettassero per via della menomazione.

Quello che appare in “Home of the brave” è lo stacco tra l’ambientazione, i luoghi dove c’è un conflitto e le situazioni della vita comune, quella di tutti i giorni che invece offre una realtà subdola dove si celano piccole insidie alle quali dovranno sottostare i quattro protagonisti della storia.

Una situazione da cui appare che il vero nemico di un individuo o di una società intesa come sistema se esistesse si trova dietro o dentro casa ma che invece lo si va a cercare altrove, a migliaia di chilometri di distanza, magari in un altro continente.

I quattro reduci poi sono male assistiti se non dimenticati sia dal proprio governo che dal suo servizio sanitario, quasi come se fossero persone scomode o da nascondere.

Senza troppe pretese,il film si può vedere, un altro documento cinematografico che parla di questo tema.