Nicoletta Dossena, felicemente sposata, abbandona il marito per divenire l'amante di un pianista, suo lontano amore di gioventù, che ha reincontrato a un concerto. Quando scopre di essere d'impaccio alla carriera dell'artista, la donna si uccide.
Note
Il tema melodrammatico del romanzo di Zuccoli è parzialmente trattenuto dalla regia del giovane Lattuada che con questo film comincia la sua esplorazione della sessualità giovanile. Tra gli sceneggiatori,Flaiano, Moravia e Zavattini.
Lattuada (aiutato dai numerosi sceneggiatori fra i quali spiccano i nomi di Moravia, Zavattini e Flaiano) ha cercato di tenere sotto controllo la melodrammaticità del romanzo di Zuccoli. Sicuramente apprezzabile il suo tentativo di renderlo meno indigesto: è l'inizio di un percorso che lo porterà ad esiti migliori. Sufficienza risicata insomma.
La freccia nel fianco è il secondo film girato da Lattuada, non ancora trentenne, il cui nome compare nei titoli di testa per secondo, emblematicamente dietro a quello del produttore Carlo Ponti. Che si tratti di un'operazione 'commerciale' è fuori di ogni dubbio: basta controllare la folta lista di nomi (e che nomi!) in sceneggiatura per capire la grandezza dello sforzo compiuto… leggi tutto
questo film fa uno strano effetto:sembra quasi di essere trasportati in un futuro fatto di sceneggiati italiani (intendo quelli anni '60-'70,che non ho mai visto,solo qualche pezzo qua e la',tipo "La baronessa di Carini",addirittura "Gianburrasca" o "Il segno del comando" che invece possiedo),dico questo xche' l'atmosfera che si respira porta molto in questo senso.Cmq la visione della pellicola… leggi tutto
"C’è stato un periodo in cui il cinema italiano riusciva con maestria e disinvoltura a brillare ed a distinguersi.
Uno dei maggiori artefici dello stato di grazia…
La freccia nel fianco è il secondo film girato da Lattuada, non ancora trentenne, il cui nome compare nei titoli di testa per secondo, emblematicamente dietro a quello del produttore Carlo Ponti. Che si tratti di un'operazione 'commerciale' è fuori di ogni dubbio: basta controllare la folta lista di nomi (e che nomi!) in sceneggiatura per capire la grandezza dello sforzo compiuto…
questo film fa uno strano effetto:sembra quasi di essere trasportati in un futuro fatto di sceneggiati italiani (intendo quelli anni '60-'70,che non ho mai visto,solo qualche pezzo qua e la',tipo "La baronessa di Carini",addirittura "Gianburrasca" o "Il segno del comando" che invece possiedo),dico questo xche' l'atmosfera che si respira porta molto in questo senso.Cmq la visione della pellicola…
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Commenti (1) vedi tutti
Lattuada (aiutato dai numerosi sceneggiatori fra i quali spiccano i nomi di Moravia, Zavattini e Flaiano) ha cercato di tenere sotto controllo la melodrammaticità del romanzo di Zuccoli. Sicuramente apprezzabile il suo tentativo di renderlo meno indigesto: è l'inizio di un percorso che lo porterà ad esiti migliori. Sufficienza risicata insomma.
commento di spopola