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Cute Girl

Regia di Hou Hsiao-hsien vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Cute Girl

di alan smithee
7 stelle

RAIPLAY - FUORI ORARIO
La disinvolta ed un po' viziata Wenwen e l'impacciato geometra Daigang Gu per una serie di combinazioni sono destinati ad incrociarsi (ed apprezzarsi vicendevolmente pur senza dichiararlo) in diverse occasioni, prima che le loro strade si incrocino ufficialmente in un piccolo villaggio in aperta campagna, ove la ragazza si rifugia dopo che i genitori praticamente le impongono un matrimonio combinato con un ragazzo che studia in Francia, e dopo che il geometra si trova in loco per alcune misurazioni che precedono l'avvio della costruzione di una autostrada in grado di velocizzare il traffico, ma anche di snaturare tutto quel gradevole ambiente agreste e fino ad ora rimasto integro dinanzi alla smania del progresso dilagante altrove.
Strutturato come una sorta di musicarello al servizio della star del pop Kenny Bee, attorniato dagli altrettanto noti cantanti Feng Fei-fei e da Anthony Chan, Cute Girl rappresenta l'esordio da regista da parte del futuro gran cineasta How Hsiao-hsien, che tuttavia, nella semplicità del plot, si prodiga in riprese corali valorizzando i grandi spazi di una natura incontaminata verso cui si concentra il messaggio ecologico del film.

La vicenda cardine della ragazza divisa tra i doveri di una famiglia esigente e così all'antica da imporle di sposare uno sconosciuto che aggradi per status e provenienza sociale, e l'istinto di libertà che impone alla stessa di prendersi un po' di tempo, senza necessariamente rifiutare senza appello la condizione impostale, conducendola a rifugiarsi dalla zia, per poi ritrovarsi tra le braccia del timido e un po' cialtrone geometra comunale in trasferta professionale, si celebra attraverso una serie infinita di siparietti musicali che tuttavia non stonano col ritmo da commedia scatenata, né risultano stucchevoli, ma anzi funzionali al piglio di una trama che si circonda di personaggi formalmente un po' a rischio di macchietta, ma che vengono utilizzati come strumenti per un discorso ben più maturo e serio rispetto a quanto la struttura del film possa in qualsiasi momento suggerire. 

La pellicola, pur leggera e a tratti sin maliziosa (ad in certo punto la protagonista si ritrova ad invocare la possibilità di una eventuale poligamia, per trovare una soluzione adeguata ad una problematica di inconciliabilità davvero difficile da risolvere), non rinuncia infatti a trattare tematiche sin serie che si sviscerano già al semplice confronto tra due mondi antitetici e per forza di cose alternativi, destinati ad influenzarsi inevitabilmente, come sono quello del mondo cittadino e quello della campagna, scegliendo di concentrarre questo confronto dualistico ed inconciliabile prevalentemente a ridosso di una cornice scenografica certo agreste e gradevole, ma che tuttavia non rinuncia a spendere ogni occasione per affondare la sua analisi su problematiche reali.
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