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Four Daughters

Regia di Kaouther Ben Hania vedi scheda film

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La recensione su Four Daughters

di port cros
4 stelle

76° FESTIVAL DI CANNES 2023 – IN CONCORSO

 

La storia di due sorelle tunisine diventate spose di terroristi dell'Isis è narrata dalla regista Kaouther Ben Hania a partire dalla storia famigliare della madre Olfa, popolana di vecchio stampo, e delle quattro figlie, di cui le due più piccole sono ancora con la madre, mentre Gohfrane e Rahfia “sono state divorate dal lupo”.

Olfa dall’inizio rompe la quarta parete e si rivolge in camera commentando divertita che il suo ruolo in questo film sarà “come quello di Rose in Titanic”, cioè racconterà in flashback i fatti del suo passato. La regista infatti sceglie l’espediente del “film nel film” mostrando la realizzazione di una sorta di docufiction sulla vicenda  in cui la “vera” Olfa e le figlie minori appariranno come sé stesse, mentre due attrici interpreteranno le figlie finite con l’Isis e un’altra attrice sostituirà Olfa nelle scene emotivamente più impegnative, che sono in buon numero, visto il passato di abusi domestici della donna.

 

Attraverso le sessioni di preparazione , in cui le tre vere protagoniste raccontano alle attrici gli episodi della loro vita da recitare, entriamo nella vicenda a partire dal poco felice matrimonio di Olfa col padre delle ragazze e scopriamo come l’hanno vissuta le sue protagoniste, quasi sempre in baia di uomini violenti o approfittatori.

Dai dialoghi e racconti emerge inoltre chiaramente come le figlie siano state fin da piccole condizionate dai tabù e dal senso di vergogna verso la sessualità ed il corpo femminile che Olfa si portava dietro dalla sua educazione tradizionale, che pur nella laica Tunisia di Ben Ali vedeva la donna come destinata esclusivamente al matrimonio e al servizio del marito, con la relativa ossessione per il pudore muliebre e la verginità prematrimoniale.

 

Il film della Kaouther Ben Hania risulta troppo studiato e logorroico, con la pretesa di cinema verità che mostra la sua pretestuosità attraverso dialoghi troppo costruiti e che si prolungano in maniera incontrollata.

Tante, troppe chiacchiere sulla condizione della donna in Tunisia prima e dopo la Rivoluzione del 2011, ma quando poi si arriva allo snodo fondamentale, l’avvicinamento e l’adesione di Gohfrane e Rahfia al fondamentalismo e allo Stato islamico, questo viene risolto in fretta e furia senza nemmeno un serio tentativo di spiegazione, pare sia bastata una distribuzione di hijab sulla pubblica piazza per attrarre irrimediabilmente le due sorelle nella rete terrorista. Che questa sia stata una fase di ribellione all'ingombrante presenza materna, successiva a quella dark gotica? Pare una spiegazione semplicistica…

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