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Body Shots

Regia di Michael Cristofer vedi scheda film

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La recensione su Body Shots

di degoffro
4 stelle

“Il tuo desiderio voglio cavalcare, ma di avere il mio cuore non sperare”. Sta forse in questa massima di un anonimo, con cui si apre il film, il senso profondo di un’opera superficiale, confusa, sbilanciata e approssimativa che esaurisce nei primi venti minuti tutti i suoi motivi di interesse, per poi perdersi in un’inutile quanto anonima ricostruzione dei fatti accaduti in una notte di follie, secondo uno schema da legal-thriller (la stessa vicenda rivissuta attraverso i discordanti e disordinati resoconti dei diversi protagonisti) piuttosto abusato e poco funzionale alla storia. Il regista Michael Cristofer, come dimostra anche il suo “Original sin” deve essere ossessionato dal sesso, ma la sua visione è piuttosto semplicistica, volgare e poco coinvolgente. “Body shots” vorrebbe essere una critica di costume, una denuncia moralistica, un rapporto socio-antropologico, uno spaccato credibile e amaro sull’edonismo spinto, la cultura del piacere, i costumi e i gusti sessuali della benestante gioventù metropolitana statunitense, per la quale ciò che conta è “uscire per sballarsi il cervello”, oppure “per rimorchiare qualcuno da qualche parte e vedere se si stabilisce un rapporto oppure no, facendo sì che succeda quello che deve succedere”, ma rimane un’annebbiata, logorroica, titubante e banale analisi sulla triste solitudine umana e sulla naturale, e ormai cronica, incapacità umana di stabilire legami e relazioni sentimentali se non ad un freddo, squallido e anonimo livello fisico. Del resto “ognuno nasce con un certo numero di erezioni”, per cui il problema “non è più uscire con una o non uscirci, ma scopare o non scopare”, facendo però “del corteggiamento un elemento basilare: sono necessari i preparativi, il rituale, la tecnica giusta per poi arrivare al sesso”, vero chiodo fisso, unica autentica ossessione per questi giovani sballati, spesso ubriachi, alla ricerca del piacere fisico sfrenato attraverso amplessi fugaci, ripetuti e frenetici sul cofano di un’auto, sulla spiaggia di Santa Monica, contro una rete metallica, ammanettati, magari anche in un letto, quando possibile, oltrepassando la soglia del lecito, spingendosi sempre più verso l’estremo ed il rischio, dimentichi dei più genuini sentimenti, ossessionati solo dallo squallido e piatto desiderio di possedere il maggior numero possibile di “vittime” per poi vantarsi con gli amici delle proprie performances, magari, forse, sfociate anche in uno stupro. Salvo poi rendersi conto che “sesso senza amore uguale violenza”, oppure che “non è difficile capire chi vuoi scopare, ma capire chi vuoi amare”: in fondo “se avessi un legame con tutte quelle che mi sono fatto, non sarei così solo”. La carriera avviata e l’immagine curata e sempre al top sono tutto nella società di oggi che costruisce sull’apparenza e sulla ricchezza materiale i suoi modelli, ma nessuna serata in discoteca, nessuno sballo notturno, nessuna intimità estrema o esagerata, nessuna chiacchierata da bar ricca per lo più di invenzioni o futili fantasie possono cancellare il vuoto esistenziale e la profonda insoddisfazione di certi giovani di oggi, sbandati come non mai, privi di punti di riferimento, convinti di trovare solo nel sesso il successo e l’affermazione. Peccato che la dispersiva e ripetitiva sceneggiatura di David McKenna, autore, tra l’altro, dello script del ben più inquietante e disturbante “American History X” (questo sì credibile ritratto di un mondo giovanile sempre più impaurito, rabbioso e dubbioso) si incarti in frasi fatte e in situazioni risapute, bruciando rapidamente le interessanti premesse, perfette per un saggio quasi documentaristico (in fondo i protagonisti più volte si rivolgono verso la macchina da presa per esporre le loro convinzioni e sensazioni) sul blackout sentimentale, intellettivo e relazionale di una generazione. Di rilievo la notturna e intrigante fotografia di Rodrigo Garcia, capace di creare immagini sensuali e affascinanti di una Los Angeles luminosa e avvolgente, città del piacere puro e senza freni tra bar, discoteche e spiagge desolate. E il titolo? "Body Shots" (un drink a base di Tequila) che significherebbe? In lavorazione si era pensato a "Last Night" (più esplicativo) o a "The Night Before" (più evocativo), ma questo lascia piuttosto perplessi...Uscito vietato ai minori di diciotto anni, la versione televisiva è stata pesantemente censurata: tagliata, in particolare, un’eloquente e spudorata lezione collettiva sul pompino, dove giovani massaie si applicano all'operazione come se stessero partecipando ad una riunione di yoga o ad un corso su come si preparano i biscotti al cioccolato.
Voto: 5

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